X
<
>

Giampiero Boniperti

Condividi:
3 minuti per la lettura

TORINO – È morto nella notte a Torino per una insufficienza cardiaca Giampiero Boniperti, presidente onorario della Juventus, di cui è stato una bandiera prima come calciatore e poi come dirigente. «Addio, Presidentissimo», si legge in un tweet del club bianconero.

Boniperti, che negli ultimi anni si era ritirato a vita privata, avrebbe compiuto 93 anni il prossimo 4 luglio. I funerali si svolgeranno nei prossimi giorni in forma privata per volere della famiglia.

Boniperti durante il ritiro della Nazionale nel 1961

«La commozione che in questo momento tutti noi stiamo provando – si legge sul sito della Juventus – non ci impedisce di pensare con forza a lui, a tutto ciò che il Presidentissimo è stato e sarà per sempre nella vita della Juventus. Una figura indelebile, che da oggi si consegna al ricordo, perché sui libri di storia del calcio ci è finita già da tempo».

«Perché quando esprimi un pensiero, e quel pensiero diventa parte del Dna della società a cui hai dedicato la vita – aggiunge il club –, vuol dire che il tuo carattere ne è diventato identità e modo di essere. Per sempre».

Nella squadra bianconera ha giocato dal 1946 al 1961 totalizzando 443 presenze in serie A e 178 reti. Con la Juventus ha vinto 5 scudetti e 2 Coppe Italia. Nel 2004 è stato inserito nella Fifa 100, la lista dei 125 migliori calciatori della storia e nel 2012 è entrato a far parte della Hall of Fame del calcio italiano.

Subito dopo il ritiro dal campo è stato chiamato nella dirigenza della società bianconera di cui è diventato presidente dal 1971 al 1990. Tra il 1994 e il 1999 è stato europarlamentare. Dal 2006 ha ricoperto la carica di presidente onorario del club.

«Vincere non è importante, ma è l’unica cosa che conta». Era la sua frase simbolo, ancora oggi slogan della società bianconera.

«AVVOCATO, MI PAGHI IN MUCCHE»

Perché Boniperti fu nominato presidente, lo raccontò pubblicamente Gianni Agnelli in occasione di una festa all’Hotel Principe di Piemonte, a Torino: «Lui veniva dalla campagna (era di Barengo, provincia di Novara, dove era nato il 4 luglio 1928, ndr) e quando si affermò come attaccante e segnava molti gol, lo invitai a visitare una mia tenuta, a Volvera. Diede uno sguardo in giro con occhio competente e poi mi fece una richiesta a bruciapelo: perché non mi paga in mucche, per i miei gol ? Divertito dalla richiesta, acconsentii».

Giampiero Boniperti e Alessandro del Piero

«Divenne capocannoniere del campionato – raccontò l’Avvocato – e un giorno ricevetti la telefonata allarmata del mio fattore, che si lagnava perché il “geometra” stava depauperando il nostro patrimonio zootecnico. Gli dissi che era nei patti, di premiare i suoi gol con altrettante mucche. E il fattore ribattè: sì, ma lui le sceglie tutte gravide. Per questo l’ho scelto: per la sua astuzia da contadino».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE