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CARO Matteo, qui le cose non vanno tanto bene. Nella settimana appena trascorsa, densa di cose belle e cose brutte, così come la vita di una comunità (e non solo quella personale) è quasi sempre.

di ROCCO VALENTI

CARO Matteo, qui le cose non vanno tanto bene. Nella settimana appena trascorsa, densa di cose belle e cose brutte, così come la vita di una comunità (e non solo quella personale) è quasi sempre. Ripassando la cronaca di quanto accaduto in Calabria, però, ci sono due vicende che hanno un elemento in comune e che ci hanno particolarmente colpito, sebbene siano accadute in posti lontani (una nella Piana di Gioia Tauro e l’altra nell’area urbana di Cosenza) e riguardino situazioni ben diverse. Eppure, caro Matteo, come dicevamo, hanno un aspetto grazie al quale i protagonisti dell’una e dell’altra vicenda possiamo definirli usando lo stesso termine: furbetti.

E veniamo ai fatti: a Oppido Mamertina, 24 dipendenti comunali sono finiti nei guai perché i carabinieri hanno scoperto che nell’orario d’ufficio uscivano a sbrigare faccende private: andavano al mercato a fare la spesa o, piuttosto, semplicemente quattro passi. Sai, Matteo, non è bello fare queste cose, perché un dipendente pubblico viene pagato per stare in ufficio e lavorare per offrire servizi ai cittadini; nell’orario di lavoro si deve lavorare, mica si può fare altro per fini personali e poi prendere lo stipendio regolarmente facendo finta che quelle ore di relax non ci siano state.

Non va bene, così. Certo, è bene che tu sappia, caro Matteo, che ora spetterà ai giudici accertare se queste accuse sono fondate, però questo fenomeno pare molto diffuso, e certamente non solo in Calabria: fatti aiutare, se necessario, a dare un’occhiata alle cronache italiane degli ultimi mesi e scoprirai che cose simili sono accadute in tutt’Italia, da Belluno ad Avellino, da Sanremo a Rimini. Quindi, se qualcuno ti dice che queste cose succedono solo in Calabria non dargli retta, ti sta dicendo una bugia. Ovviamente, il fatto che questi furbetti siano in Calabria è grave, se sono dappertutto è ancora più grave. Anzi, è gravissimo, fidati.

Un’altra categoria di furbetti è stata scoperta nell’area di Cosenza dal Corpo forestale, grazie ai filmati di alcune telecamere nascoste tra i cespugli. Sai, Matteo, cosa hanno scoperto gli uomini della Forestale? Molte persone, moltissime, anziché disfarsi dei sacchetti dell’immondizia come bisogna fare (seguendo cioè il calendario della raccolta differenziata), passando con l’automobile in zone di periferia, li buttavano sui bordi della strada. Ed erano proprio tanti. Sai quanti ne hanno scoperti (e multati) grazie a quel giochino delle videocamere nascoste? Più di ottanta, e molti filmati devono essere ancora visionati. Hai capito, Matteo, che razza di furbetti ci sono in giro per l’Italia? E non pensare, caro Matteo, che lanciare i sacchetti dell’immondizia dal finestrino dell’auto e inquinare le nostre campagne sia meno grave di quelli che anziché lavorare vanno al mercatino.

Sono cose diverse, ma sempre brutte. Provocano comunque danni. Quelli che non lavorano come dovrebbero fanno danni alle casse dello Stato perché è come se rubassero un pezzo di stipendio, ma soprattutto perché non lavorando per tutto il tempo previsto non possono riuscire a dare i servizi ai cittadini per i quali sono pagati. Quindi, caro Matteo, alla fine il danno più grosso lo fanno a tutti noi. Quegli altri che buttano la spazzatura in mezzo alla strada, invece, distruggono la natura che, come sai, non è di nessuno ma è come se fosse di tutti noi. Alla fine, dunque, siamo circondati da furbetti che fanno cose gravi che ci fanno vivere sempre un po’ peggio. Ed è proprio per questo, caro Matteo, che abbiamo bisogno del tuo aiuto. Da molti anni, ormai, in televisione e sui giornali tutte queste persone che si comportano male vengono definiti “furbetti”.

Non so a te, ma a noi se uno dice furbetto viene in mente un gattino che appena il padrone di casa va in bagno si arrampica sul tavolo per mangiare ciò che trova nel piatto che da molti minuti aveva “puntato”. “Furbetti” lo useremmo, sorridendo, per dire di due bimbi che, approfittando di un momento di distrazione della mamma, prendono il vasetto della Nutella e scappano nella cameretta per appagare la loro golosità. Se, però, pensiamo a chi lancia il sacchetto dei rifiuti dall’auto o a chi fa finta di essere al suo posto in ufficio e invece va in palestra, caro Matteo, no, non ci viene proprio da sorridere. Non ci fanno tenerezza, non ci divertono. Aiutaci tu, caro Matteo.

Qualche mese fa hai inventato la parola “petaloso”, per descrivere un fiore pieno di petali. Tutti questi di cui ti abbiamo parlato ovviamente non hanno petali, né ci sembrano piccoli furbi, e non solo perché – tra l’altro – li hanno scoperti. Ci servirebbe una parola nuova, così la usiamo tutti quando ci troviamo a dover definire questi… Deve essere una parola semplice, che tutti riescono a ricordare e ad usare, perché sai, Matteo, si ha l’impressione che la gente (cioè tutti noi), quando avrà cessato di prendersela sempre con i politici, potrebbe passare a disprezzare tutti quelli che fanno piccoli e grandi danni alla nostra società. E già adesso, ricordatelo, nelle azioni di questi “furbetti” c’è ben poco di cui rallegrarsi.

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