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NON sempre e non su tutto si può essere “rilassati”, nel senso che ci sono tanti temi sui quali, oggi, in Calabria, ognuno può dar sfoggio di arte oratoria e vis polemica. Altri, invece, rappresentano una straordinaria occasione per un esercizio di serietà.

Uno di questi è di certo lo stato organizzativo della Protezione civile regionale, le cui drammatiche lacune sono state denunciate dallo stesso responsabile, Carlo Tansi. Una sala operativa che funziona a singhiozzo, con computer vecchi e i collegamenti telematici che si bloccano al primo calo di tensione, la burocrazia che frena gli interventi necessari per ripristinare la piena funzionalità del dipartimento, personale in parte non qualificato e mancanza di figure professionali in grado di intervenire nella malaugurata ipotesi di eventi catastrofici: questo, in buona sostanza, il quadro prospettato da Tansi, che è arrivato a minacciare le dimissioni qualora non fosse messo nelle condizioni di poter lavorare (LEGGI).

Ci sono state reazioni. Non tantissime, ma altre potrebbero aggiungersene. Solidarietà, ma anche critiche. E lo stesso Tansi denuncia il rischio che le sue parole possano essere strumentalizzate. Per carità, l’espressione del pensiero è sempre cosa buona. Eppure, siccome stiamo parlando di materia delicatissima, in una terra che, com’è noto, registra un altissimo grado di rischio sismico, un patrimonio edilizio, pubblico (scuole, ospedali…) e privato certamente non sempre rispondente ai criteri di sicurezza (LEGGI), e vaste zone in cui basta una pioggia abbondante per far esondare corsi d’acqua e sbriciolare ponti e strade, c’è davvero poco spazio, e soprattutto tempo, per le parole.

In questo caso non si tratta nemmeno di prendere posizione: Tansi è un apprezzato studioso, ma quand’anche, per una assurda ipotesi, soffrisse anche lui di cali di tensione, sarebbe del tutto irrilevante. Ha denunciato delle cose specifiche (non ha sproloquiato sul sesso degli angeli o su un modello teorico di salvaguardia di fossili), che potrebbero anche essere non vere, ma di certo sono facilmente verificabili. Ragion per cui, in una realtà normale, chi ha responsabilità di governo regionale (in questo caso dal presidente Mario Oliverio in giù) verificherebbe e porrebbe rimedio nell’immediato qualora riscontrasse ciò che Tansi ha descritto; e le forze politiche di opposizione – oltre a tutti coloro che ritengano di doverlo fare – ne chiederebbero conto ogni giorno.

E, se da una parte è vero che in una realtà normale certe cose non dovrebbero proprio accadere, dall’altra, se proprio succedesse, si rimedierebbe in tempi da record, soprattutto per mettere in condizione un sistema di emergenza di funzionare. Questa sarebbe una prova di serietà. Che, in questo caso, deve essere data. I dibattiti, in senso lato, dedichiamoli ad altre materie. 

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