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«Mio Fratello Franco ed Eluana erano fidanzati. Quella notte del tragico schianto erano insieme, anche se su due auto. Quando lei uscì fuoristrada, fu lui a dare l’allarme». Arrivano direttamente dalla voce della sorella di Francesco, Serafina Poerio, intervistata dal Corriere della Sera, le conferme delle notizie date ieri dal Quotidiano.
Francesco (Franco, come era chiamato in famiglia) ed Eluana (nella foto) non solo si conoscevano, ma avevano una relazione, che durava da almeno due anni. Eranodiventati amici alle feste dell’università, e poi era scoccata la classica scintilla che li aveva fatti innamorare. A confermarlo, la sorella del trentottenne ucciso a Lecco fuori dalla palestra “Emotion”, dove si recava tutti i giorni, a praticare il suo sport preferito, il pugilato. «Si erano conosciuti poco più che diciottenni e si erano frequentati fino a quella tragica notte del ’92, quando lei andò a schiantarsi con l’auto».
Un’altra conferma della relazione arriva da un mazzo di fiori lasciato sul luogo in cui il giovane calabrese è stato ucciso, con un biglietto in cui c’era scritto: «A te che non eri un pregiudicato… a te che un tempo amavi Eluana, a te che sapevi farti voler bene, a te diciamo chetutta la vita non basterà per dimenticarti…».
Intanto, a Lecco, contattati telefonicamente, i genitori del trentottenne ucciso, Domenico e Rosa non hanno inteso parlare. Hanno solo smentito che il figlio si trovasse nella stessa auto con Eluana, che proprio oggi compie 38 anni, metà dei quali trascorsi in coma vegetativo.
Come, poi, ha confermato la sorella, in effetti, si trovava in quella che seguiva la ragazza. I genitori di Francesco si sono chiusi, dunque, nel silenzio e nel dolore, confortati dalla preghiera e dalla visita di don Franco Cecchin, che si è recato in casa loro. C’è, però, un giallo irrisolto. Non coincidono le versioni date da Beppino Englaro e quelle fornite da fonti della famiglia Poerio. Il papà di Eluana dice di non sapere nulla di Francesco e che non era stato certo lui a soccorrere la figlia, ma un altro amico di cui, però, non intende rivelare il nome. In verità, così come avevamo rivelato ieri, a Francesco Poerio e ai suoi familiari, fu di fatto proibito, per imposizione della famiglia Englaro, di entrare nella clinica dove fu ricoverata dopo l’incidente Eluana. Anche se sono trascorsi ormai sedici anni, alcuni parenti del ragazzo ucciso ricordano ancora le parole dell’epoca: “Non fate entrare nessuno dei Poerio in questa clinica!” Il motivo dell’astio, a loro parere, era dovuto al fatto che la famiglia Englaro, imputasse, in qualche modo, responsabilità dell’incidente proprio al giovane. O, forse, non si voleva accostare il nome della ragazza a quello dell’allora ventiduenne Francesco, che non era ben visto, a causa di un passato non certo irreprensibile. Segreto, questo, che forse sarebbe durato più a lungo, se un commando non avesse deciso di eliminare il trentottenne di origini calabresi. Intanto, dalle indiscrezioni raccolte, sembra che il giovane, qualche giorno prima, avesse avuto un diverbio con un albanese, non si sa, però, per quale motivo. E dalle indagini, spunta anche una Fiat Bravo di colore scuro con due uomini a bordo, ripresa dalle telecamere di videosorveglianza delle banche nella zona dove è avvenuto l’agguato. Francesco era ufficialmente un nullafacente, anche se era dedito al lavoro di sfascia carrozze e commerciava automobili. Emerge, poi, una parentela
ingombrante nella vita del giovane: una sua cugina ha sposato il boss Franco Coco
Trovato, capo storico della ‘ndrangheta in Lombardia

Giacinto Carvelli

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