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di PARIDE LEPORACE
A Potenza, gli elettori del Pdl, quelli che per intenderci ritengono che Veronica sia manovrata dalla sinistra, voteranno Molinari e Pace che, fino a poco tempo fa, erano rappresentanti di primo piano dello schieramento avverso.
A Matera il Pd si affida ad un uomo, Franco Stella, doroteo di destra, che rappresenta un politico, ancora più a destra di lui, Angelo Tosto: ex socio nel Gruppo HDC addirittura di Berlusconi. (Crespi, amministratore delegato, affondò la barca da cui il materano salvò il ramo Datamedia).
Ricordiamo che le liste civiche di Tosto, al ballottaggio delle comunali di Matera, garantirono la vittoria di Buccico. Nel centrosinistra si vantano di aver strappato Stella ad una sicura candidatura a destra, il veto, su di lui, è arrivato proprio da Buccico desideroso di imporre il suo potere sulla provincia di Matera e, in particolare, su Latronico, chiamando alla lotta il fidato Labriola e preparando quelle che saranno vere arringhe elettorali contro Stella.
Folino, Bubbico e Luongo (i registi dell’operazione inclusione) sono convinti di aver fatto l’unica scelta giusta e possibile per vincere. Insieme agli altri generali del Pd hanno dovuto arrendersi alle richiesta dei dipietristi accettando che l’assessore Autulio sia sfidante di Santarsiero.
I voti dell’Idv sono determinanti per le Province. Santarsiero leader di un Pd più esteso è stato costretto a subire la contestazione di Belisario, uno dei pochi che riesce ad avere una buona visibilità romana grazie ad iniziative di questo tipo.
Che luogo sarà la Basilicata dopo il voto? Difficile affermarlo oggi. Si ha la sensazione che qualche lobby comunque vada vincerà lo stesso.
Attorno al bipolarismo lucano si registra la presenza di numerosi movimenti autonomi, ribellisti, liste autoconvocate, centristi di ogni natura che non vogliono dare sangue ai due principali schieramenti. L’Udc svetta in questo panorama proponendosi con coraggio come arbitro del secondo turno. Ci sono poche candidate donne. Fa eccezione l’indomita Rosa Mastrosimone che da Matera è una delle poche aspiranti agli incarichi che contano. In pista invece candidati giovani che però devono convincere che non ragionano da vecchi.
Ieri sera Piero Lacorazza si è dimesso da segretario regionale del Pd. Mossa giusta ma forse tardiva. Ieri sera si è messa una pietra sopra il progetto di un partito moderno che nasceva su radici antiche guardando al futuro con gli occhi di un giovane. Il futuro avrà un presidente della provincia di Potenza anagraficamente giovane e che ha militato in quel Pd (siano essi Lacorazza o Pace). Quel partito che rischia di rimanere senza più luogo. Quel luogo che forse il Pdl dovrà cambiare a suo uso e consumo nazionale nei prossimi anni.
Agli elettori l’ardua sentenza. Ai protagonisti la capacità di confutare la nostra modesta analisi.

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