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Il Tribunale di Reggio Calabria ha assolto, per non avere commesso il fatto, l’ex consigliere comunale di Alleanza Nazionale di Reggio Calabria ed ex poliziotto Massimo Labate ed il suo segretario particolare, Vincenzo Pileio, accusati di concorso esterno in associazione mafiosa. Il collegio, presieduto da Vincenzo Pedone, ha invece condannato, per associazione mafiosa, Giuseppe Libri, figlio del defunto boss Mico, e Alessandro Collu e Francesco Quattrone, imprenditori edili, a 12 anni di reclusione. Dieci anni di reclusione, invece, sono stati comminati a Bruno Crucitti, imprenditore nel settore del calcestruzzo. Il pubblico ministero, Giuseppe Lombardo, aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati. Massimo Labate fu arrestato nel 2007 nel corso dell’operazione Testamento dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria. Labate, oltre che consigliere comunale, carica dalla quale si dimise dopo l’arresto, era componente della sezione catturandi della Squadra mobile. L’accusa contro Labate, in particolare, era di avere favorito in più occasioni, attraverso l’elargizione di contributi comunali, alcune associazioni culturali dietro cui si sarebbero celati gli interessi della cosca Libri.

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