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MATERA – Poteva essere una “birra grossa” o un “cucciolo maremmano” la sostanza stupefacente chiesta al telefono. Ma se c’erano “i topi in giro” partivano chiamate a catena per evitare scambi. Non è bastata l’accortezza del linguaggio cifrato ad evitare l’arresto di tredici persone (sette in carcere e sei ai domiciliari), di età compresa tra i 22 e i 37 anni, di Grassano e Tricarico, responsabili a vario titolo di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacente in concorso aggravato e continuato.
L’operazione “Double Face” (doppia faccia), che ha coinvolto 27 persone, tra cui due ragazze e un minore, scaturisce da un’articolata attività inestigativa coordonata dalla Procura di Matera (sostituto Rosanna Maria Defraia) e condotta dal Comando Stazione carabinieri di Grassano in collaborazione con il Comando Stazione di Garaguso e il Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Tricarico. Due degli arresti sono stati bloccati nelle Marche e in Emilia-Romagna, dove si trovavano momentaneamente.
I particolari dell’operazione sono stati resi noti ieri mattina dal comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Antonio Russo, dal comandante della Compagnia di Tricarico capitano Maurizio Laurito e dal comandante della Stazione di Grassano maresciallo Giovanni Giacomobello.
«L’indagine – ha spiegato il maresciallo Giacomobello – è iniziata a febbraio di due anni fa a Grassano – solo in seguito ha interessato anche Tricarico – dove sono stati individuati alcuni giovani che spesso si recavano in trasferta a Taranto e a Toritto (in particolare i tricaricesi a Taranto mentre i grassanesi a Toritto) per rifornirsi di droga. Riuscivano a trasportare dai 20 ai 30 grammi di eroina giornalieri, segno che sono arrivati chili di droga nelle nostre zone. Nel corso delle indagini sono state arrestate otto persone, arresti che sono stati effettuati anche a Napoli e a Massafra».
Il nome “Double Face” nasce dal fatto che nei due centri coinvolti il modus operandi era identico in tutto e per tutto, anche se non ci sono legami tra i ragazzi che spacciavano su Grassano e quelli che operavano su Tricarico, a parte un contatto sporadico tra un tricaricese e un grassanese. «Gli spacciatori erano anche tossici che non avendo un’occupazione stabile e quindi soldi per pagare le dosi erano costretti a spacciare», sepcifica il comandante di Stazione.
Tra gli arrestati sembra che non ci siano casi di disagio, anzi si tratta di persone che hanno alle spalle famiglie pienamente inserite nel contesto sociale.
L’attività dell’Arma è stata particolarmente complicata in quanto i ragazzi avevano preso numerose precauzioni: «In un piccolo centro come Grassano appena si nota movimento di forze dell’ordine gli spacciatori vengono messi in allarme. A volte li vedevamo partire nel primo pomeriggio verso la Puglia e tornare dopo otto, nove ore. I tricaricesi, poi, utilizzavano il loro corpo per occultare la droga. Lo spaccio avveniva di sera e non sono mancati casi in cui si è svolto verso le 3, le 4 del mattino».
Completamente negata, inoltre, a chi non fosse dei due paesi la possibilità di rifornirsi di droga.
Secondo la ricostruzione dei militari, appena la sostanza arrivava veniva sottoposta a trattamenti, confezionata e preparata: «C’è un garage a Grassano in cui era tagliata, suddivisa in dosi e spacciata. Veniva anche spacciata in abitazioni private. L’indagine ha inoltre permesso di monitorare un alto numero di tossici di età compresa tra i 20 e i 22 anni (i consumatori, ndr): tra loro un buon 30% utilizza eroina».
Eroina ma anche hashish e cocaina spacciate nei due centri a tossicodipendenti e consumatori occasionali.
Il capitano Laurito ha sottolineato che l’indagine si è avvalsa di tecniche tradizionali, quali osservazione, controllo, pedinamento e di intercettazioni, ricordando che “Double Face” è nata sotto il suo predecessore, il capitano Giuseppe Prudente.
Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal gip di Matera, Angela Rosa Nettis.

Rossella Montemurro

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