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Ci potrà essere ancora qualcuno che dubita che la crisi in cui siamo finiti, sia soltanto un incidente di percorso? Un fatto passeggero? Poiché non abbiamo forza e competenze per convincere del contrario gli eventuali inguaribili ottimisti tramite complessi discorsi di politica economica, ci limitiamo a invitarli a riflettere su piccoli eventi, che forse tanto piccoli non sono.

L’ultimo in ordine di tempo è la grande crisi delle università greche che hanno sospeso le attività didattiche e rischiano la chiusura per i tagli che il governo ha imposto loro. In sintesi, la politica e la finanza greca hanno creato disastri e una conseguenza è il collasso degli atenei. Forse a molti è sfuggita la notizia, presi come siamo dai tanti problemi italiani e delle paturnie di chi sta in politica per fare soltanto i propri interessi personali.

Il rischio di un prossimo collasso per università greche è stato annunciato in questi giorni dai senati accademici di tutta la Grecia. L’impatto delle decisioni di mobilità di oltre 1.300 impiegati amministrativi – pari al 40% del personale – ad altre amministrazioni lascia gli atenei mezzi vuoti e di fatto blocca qualsiasi tipo di attività. I senati accademici dell’Università di Atene e del Politecnico della capitale hanno annunciato di dover chiudere le attività didattiche e amministrative a causa delle disfunzioni derivanti dalla mobilità in massa del personale, dagli archivisti ai contabili, fino alle guardie notturne.

Non può essere un caso che esattamente nei luoghi dove il concetto e la parola “ateneo” sono nati qualche millennio fa, quella istituzione senza la quale non c’è futuro e non ci può essere sviluppo per una comunità e per una nazione, viene messa in pericolo e in buona parte distrutta. Di fatto, le scellerate scelte del governo greco, tele-guidate da Berlino e Brussels, hanno una portata millenaria, un impatto così storicamente rilevante, che nessuno può pensare che la crisi che lo ha generato sia contingente e passeggera. Eventi come quelli che stanno accadendo oggi in un’Atene senza atenei, ci dicono che se non si troveranno modi e mezzi per affrontare, limitare e risolvere la crisi che la finanza ha generato, i suoi effetti deleteri dureranno per decenni distruggendo molta parte di quello che le nostre società hanno costruito nei secoli e tra questo la cultura e le università.

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