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Un catering per trecento ospiti. Tra cast, tecnici, produttori e addetti ai lavori. Celebrato nel dietro le quinte di un teatro. Proprio nelle ore in cui, da decreto, era già vietato consumare cibi e bevande durante le manifestazioni al chiuso. E chi era seduto tra platea e ordini, non a caso, per oltre cinque ore non ha potuto nemmeno bere un sorso d’acqua. Sono trascorse due settimane dall’inizio del nuovo anno, ma non si spengono le polemiche attorno alla contestata notte di Capodanno nel teatro Petruzzelli e trasmessa su Canale 5. Questa volta non ci sono i trenini ma semmai “le tartine della discordia”.

«Era del tutto lecito prevedere un banchetto per così tanta gente nel backstage?» è la domanda che circola in queste ore dopo il post su Instagram pubblicato dalla Giuvida Events, la società di Corato scelta per gli allestimenti di questa buvette per vip, e scovato dalla testata online Quintopotere.it. «A distanza di una settimana – si legge nel post datato 7 gennaio – riceviamo ancora messaggi di stima e di ringraziamento per una notte memorabile. Ci viene ancora la pelle d’oca. Organizzare la cena di Capodanno per 300 persone tra professionisti, tecnici, dirigenti e addetti ai lavori è stato qualcosa di incredibile».

Comprensibile e logica la soddisfazione degli organizzatori che hanno semplicemente ricevuto un incarico di lavoro per un momento così importante. Ma altrettanto comprensibile la protesta che circola in queste ore sui social, specie dei ristoratori e dei titolari delle discoteche che hanno già dovuto ingoiare il rospo dei trenini in platea, messi in scena in barba alle norme anti-Covid. E nelle stesse ore in cui a San Silvestro, proprio nei loro locali, erano vietati veglioni e serate danzanti.

«Adesso comprendiamo l’imbarazzo del sindaco Decaro sul trenino e ora anche sul catering. È uno schiaffo alle attività commerciali in crisi e ai cittadini baresi. Con quale credibilità ora, potrà andare dall’anziano signore o dal venditore di birre, con tanto di telecamere, in mondovisione, a fare le paternali? Chi di telecamera colpisce di telecamere perisce» è il commento caustico di Filippo Melchiorre, il consigliere comunale e capogruppo di Fratelli d’Italia che ha cercato di fare luce nella commissione consiliare Trasparenza sull’affaire Capodanno al Petruzzelli, trovando però sempre il muro dei consiglieri di centrosinistra.

Molto duro anche il commento di Francesco Garibaldi, uno degli eredi del teatro Petruzzelli, di recente riassegnato dai giudici nella proprietà dei Messeni Nemagna. «E adesso a chi daranno la colpa? Non potranno darla ancora alle maschere del teatro, no? Mentre moltissimi rispettavano la legge con enormi sacrifici, altri la calpestavano sentendosi al di sopra della legge. Vergogna! La legge non è uguale per tutti!» scrive in un post sulla pagina Facebook dedicata alla ricostruzione del politeama.

Insomma, l’ennesima polemica è subito servita nonostante l’indagine interna chiesta dal Comune, dalla Fondazione Petruzzelli e dal sindaco Antonio Decaro e che ha portato a sanzionare l’Animania, la ditta esterna di Napoli che si occupa delle maschere e dell’accoglienza a teatro. Secondo la ricostruzione di quella serata sarebbero state alcuni addetti all’accoglienza a dar vita al trenino benaugurante in platea ripreso in diretta televisiva e finito nel polverone degli attacchi.

«Già seduta stante, durante la serata, lo stesso sindaco accortosi dalla visione dei monitor tv, di quanto stava accadendo, aveva richiesto con fermezza di ripristinare l’ordine in sala» hanno più volte ribadito in questi giorni dal Comune. Ora chissà cosa succederà per le noccioline che rischiano di andare di traverso.

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