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La recente protesta degli studenti davanti alla Prefettura

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Il ritorno dell’ingresso a turno unico per le scuole superiori di tutto il territorio dell’area metropolitana di Bari. È quanto con tutta probabilità deciderà domani la prefetta Antonia Bellomo, durante la riunione convocata in piazza Libertà cui dovrebbero partecipare rappresentanti delle aziende di trasporti, la Città metropolitana, la Regione e l’ufficio scolastico regionale.

Una decisione che dovrebbe entrare effettiva a partire da lunedì prossimo, frutto delle pressioni e delle rimostranze arrivate dal mondo della scuola e dagli studenti, per i continui disagi segnalati un po’ ovunque, soprattutto nei principali centri della provincia: corse saltate, bus sovraffollati, ritorni a casa dopo le lezioni a tarda ora. Problemi che avevano spinto sia i sindacati, con una manifestazione proprio davanti alla prefettura il 17 settembre scorso e che hanno visto manifestazioni continue da parte degli studenti, compreso il corteo a Bari con oltre 2 mila partecipanti il 27 settembre e la protesta di ieri degli alunni del liceo Flacco, in sit-in davanti alla sede della loro scuola. Il doppio turno vede il 25 per cento degli iscritti delle scuole secondarie di secondo grado entrare alle 9,40, mentre il 75 per cento alle 8, per permettere ai mezzi pubblici, bus e treni, di rispettare la capienza massima dell’80 per cento per le misure antiCovid.

Ciò sottrarrebbe, secondo i sindacati, oltre 30 giorni di lezione, incidendo direttamente in tal modo sulle opportunità formative e sulla dispersione scolastica, che peraltro costituire oggetto di alcun recupero orario «poiché imposto d’autorità per causa di forza maggiore, oltre che illogico e impossibile, di fatto». Oltre una decina di scuole hanno già richiesto la deroga a questa misura che, nel caso di decisione di orario unico, non avrebbe più modo di essere presa in considerazione. Come del resto l’ipotesi circolata di differire gli orari di ingresso, e di uscita, non più di 100 minuti ma di 60, quindi alle 8 e alle 9.

«È un’ipotesi che ci vede contrari – spiega Matteo Colamussi, referente dell’associazione delle aziende di trasporto Asstra – l’ho già comunicato alla prefetta. A questo punto meglio il turno unico. La differenziazione di 100 minuti serviva a far sì che un unico mezzo potesse ripetere il percorso, andata e ritorno, sui 25 chilometri e quindi essere due volte a disposizione. Con una sola ora questo non sarà possibile. Ma poniamo un altro problema alla prefettura e al mondo della scuola. Da venerdì entra in vigore il decreto sull’obbligo del Green pass nei luoghi di lavoro. A oggi non abbiamo ancora le linee guida sulla sua applicazione e nel frattempo temiamo l’incognita de dipendenti che non sono vaccinati e come sostituirli. Potrebbero mancare capistazione, macchinisti e conducenti di autobus e lunedì potremmo andare incontro al caos».

Il ritorno al turno unico con le norme sul limite di capienza necessita di un aumento dei mezzi e del personale da mettere a disposizione. Secondo le aziende di trasporto si tratterebbe di un più 40 per cento che dovrebbe essere coperto dalle risorse pubbliche. «La Regione – precisa Colamussi – afferma che le i fondi ci siano, non è questo il problema quanto, oltre all’incognita Green pass, il caos del traffico che si verrà a creare nelle principali arterie di accesso di Bari, pesiamo ad esempio a via Amendola». Sulle risorse punta la Cgil, col segretario regionale del comparto scuola, Claudio Menga.

«La soluzione dello scaglionamento di 60 minuti – spiega – non sarebbe risolutiva ma meno complicata da attuare per le scuole. Il problema principale è capire quali effettive risorse siano a disposizione, quali si risparmierebbero con la concessione della deroga alla dozzina di istituti che l’hanno richiesta e quali necessitano. Altrimenti affrontare il problema diventa ancora più complicato, servono informazioni e dati. La domanda di fondo – conclude -, poi, rimane sempre la stessa: perché si è arrivati a settembre per affrontare in concreto una questione che si conosceva già da mesi?».

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