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Un'aula universitaria

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BARI – Sesso e soldi in cambio dell’esame all’Università. Almeno è questa la tesi sostenuta dall’accusa, oltre che dalla vittima, nei confronti di Fabrizio Volpe, 47 anni, docente universitario barese. E la gup del Tribunale di Bari, Rosa Caramia, accogliendo la richiesta formulata la primavera scorsa, ha rinviato a giudizio il docente, titolare della cattedra di Diritto civile del dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Bari.

Fabrizio Volpe sarà processato a partire dal 2 dicembre prossimo per concussione, tentata concussione e violenza sessuale aggravata nei confronti di una studentessa.

Prescritta, invece, una tentata violenza sessuale nei confronti di un’altra ragazza risalente al 2011. Nel procedimento si sono costituiti parti civili l’Università di Bari e la studentessa presunta vittima della violenza. I fatti contestati al docente risalgono agli anni 2011-2015. Il professor Volpe, stando alle indagini, avrebbe chiesto, minacciando le presunte vittime, prestazioni sessuali e, ad una delle due, anche denaro per superare gli esami.

La Procura di Bari aveva chiesto il rinvio a giudizio per il docente universitario nell’aprile scorso. Stando alle indagini del pm Marco D’Agostino, il professore avrebbe costretto, secondo quanto sostiene la Procura, «in più occasioni», tra il 2014 e il 2015, una studentessa 23enne a subire atti sessuali nel suo studio professionale privato e poi, dopo averle chiesto «espressamente di avere rapporti sessuali altrimenti non avrebbe di fatto potuto continuare gli studi», e aver ottenuto il diniego della ragazza, si sarebbe fatto promettere la somma di 500 euro a esame.

Per superare l’esame di Diritto civile, «dopo aver tentato nuovamente di abusare sessualmente della ragazza», si sarebbe fatto consegnare mille euro in contanti. Le concussioni sarebbero avvenute «sotto la esplicita minaccia – secondo l’accusa – di impedirle la prosecuzione degli studi universitari o comunque di frapporre ostacoli al suo corretto svolgimento, in quanto persona influente in ambito universitario, in grado di condizionare in positivo e in negativo, grazie alla sua posizione accademica e alle conoscenze dirette con diversi altri docenti, il buon esito degli ulteriori esami che la ragazza avrebbe sostenuto».

Anche nel 2011, quando Volpe era titolare della cattedra di Diritto privato all’Università, avrebbe tentato di ottenere prestazioni sessuali da un’altra studentessa. La ragazza, in quel caso, si sarebbe rifiutata di concedergli prestazioni sessuali e nell’esame supervisionato dal professor Volpe fu bocciata. Ma su questo episodio è scattata la prescrizione.

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