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Il progetto del «Nodo verde» di Bari

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Il primo incontro, del tutto preliminare, per la realizzazione del «Nodo verde» di Bari è andato in scena ieri: l’assessore Giuseppe Galasso ha incontrato online i tecnici del Comune e quelli di Rfi, i due enti chiamati a dare vita al progetto di Massimiliano Fuksas finanziato con 100 milioni di euro del Pnrr. E’ stato fatto il punto della situazione, Rfi e Comune hanno stabilito quali saranno i compiti di ognuno: da ieri, quindi, è partito ufficialmente il piano che porterà la città a cambiare volto.

Un intervento che finalmente permetterà di ricucire dal punto di vista urbano il centro storico e i tre quartieri di Carrassi, San Pasquale e Madonnella attraverso la copertura dei binari. Il progetto, però, viene bocciato dalla Consulta comunale dell’Ambiente composta da 35 associazioni. Nel 2017 il progetto di Fuksas ha vinto il concorso internazionale di idee e il punto di partenza sarà proprio quello: i binari saranno coperti da un enorme parco di 70 ettari, tre chilometri di viali alberati e piste ciclabili che promettono di cambiare la fisionomia di una delle parti più importanti della città.

L’area verde nascerà su una superficie rialzata, al di sopra dei binari, attraverserà la città e unirà il centro a tre quartieri: San Pasquale, Carrassi e Madonnella. Specie autoctone, terrazzamenti, attraversamenti con pendenze molto basse caratterizzeranno quello che Fuksas ha definito un’area simile al Central Park di New York. Scale mobili, ascensori panoramici collegheranno la stazione al polmone verde. Ma secondo la Consulta comunale dell’Ambiente non è «vantaggiosa la realizzazione del progetto di Massimiliano Fuksas per Baricentrale che ipotizza una collina verde alta circa 20 metri dal suolo ed estesa per circa due chilometri sul sedime dei binari ferroviari».

La Consulta è nata nel 2005 con l’obiettivo di tutelare e salvaguardare l’ambiente. Secondo le associazioni che ne fanno parte, il progetto non risolverebbe «il problema della ricucitura della città», anzi finirebbe per mortificare piazza Moro e annullare la facciata ottocentesca della stazione. Dubbi anche sulla fascia sopraelevata che non potrà, secondo la Consulta, essere arricchita con alberi di alto fusto perché impossibili da piantare in quelle condizioni.

Quindi, tutto si risolverebbe in una “pedana” sopraelevata con qualche fioriera. Insomma un progetto che lungi dal ricucire quartieri separati dalla ferrovia, si allontanerebbero tra loro ancora di più proprio perché la collinetta verde prevista dal progetto Fuksas al di sopra dei binari inibirebbe, a causa della sua altezza, ancora di più la visuale della città. La Puglia, complessivamente, ha visto il finanziamento di 21 progetti di rigenerazione urbana e di edilizia residenziale pubblica, per un totale di quasi 400 milioni di euro. Sempre a Bari, poi, sarà finanziato il progetto Costa Sud, sono a disposizione 75 milioni di euro per riqualificare le aree collocate a sud-est della città, una vasta zona in parte degradata e poco fruibile.

Con i fondi europei verrà realizzato un parco costiero lungo sei chilometri che «coprirà» la linea ferroviaria tornando finalmente a unire due quartieri, quello di Madonnella e Japigia. Il progetto preliminare è già stato approvato, l’anno prossimo dovrebbe arrivare il via libera al progetto esecutivo finale, mentre il cantiere dovrebbe iniziare nel 2023 per chiudersi entro il 2026, ma si punta a farlo prima.

Il progetto prevede, tra le altre cose, un’unica lunga spiaggia da Pane e Pomodoro a Torre Quetta, circa tre chilometri; un parco sul mare attrezzato con diversi spazi per il fitness, playground dedicati agli sport sulla sabbia, campi da paddle, grandi pontili su cui prendere il sole; e un percorso dedicato a passeggiate e corse a piedi o in bicicletta.

Poi c’è il progetto «Made in San Pio» che prevede la demolizione degli orrendi edifici commerciali abbandonati, la riqualificazione energetica degli immobili e l’aumento della dotazione di alloggi sociali, grazie alla costruzione di nuovi appartamenti di edilizia residenziale pubblica. Nell’area metropolitana sono stati approvati tre progetti che coinvolgono 39 Comuni, tra questi «Abitare i borghi: luoghi dell’acqua e della cultura» per il recupero di 53 immobili dismessi e nuovi servizi per la comunità in aree degradate.

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