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Gianni Del Mastro davanti al suo locale in piazza Mercantile a Bari vecchia

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«Rinuncio agli incassi di questi giorni, non me la sento di mettere a rischio i miei dipendenti e le loro famiglie». Gianni Del Mastro si è esposto più volte nei due anni di pandemia Covid per garantire a lui e agli altri gestori dei locali di Bari e della Puglia margini, in sicurezza, di lavoro, nonostante i contagi e gli ospedali pieni. Ma ora è lo stesso gestore dell’Osteria de Borgo antico di piazza Mercantile a fare un passo indietro.

Da martedì ha chiuso il suo locale e ha rinunciato a prenotazioni e introiti dell’ultima settimana delle Festività natalizie per preservare i suoi collaboratori dalla quarta ondata di contagi, che ogni giorno conta migliaia di persone positive al virus. «Rimarremo chiusi di sicuro fino alla fine di gennaio – spiega – in attesa che i contagi tornino a calare. Vista la situazione non potevo costringere le persone che lavorano con me ad avere contatti ravvicinati con potenziali positivi. C’è il pizzaiolo, ad esempio, che ha un bambino di poche settimane, non ho ritenuto giusto che rischiasse un contagio e mettesse in difficoltà la propria famiglia». Una scelta che costerà cara in termini di incassi al noto ristoratore barese, pronto comunque a superare queste difficoltà.

«Tra prenotazioni che abbiamo dovuto disdire – aggiunge – e movimento di turisti e baresi in ferie di questi giorni, perderemo forse qualche decina di migliaia di euro. Ma era giusto anticipare questa decisione, quella della chiusura durante l’anno, in questo periodo. Il nostro locale all’interno è caratteristico ma piccolo e il dehor, per quanto arieggiato, rende stretti i contatti per chi lavora. Siamo del resto tutti circondati da persone positive senza che lo sappiano o che hanno avuto contatti inconsapevolmente con persone positive. Ci vuole responsabilità».

Un messaggio anche politico del ristoratore, impegnato in passato in politica, e animatore di gruppi di esercenti pronti a porre richieste e formulare proposte alle istituzioni in questi due anni di chiusure e restrizioni. A ottobre si era speso, ad esempio, per la proroga della possibilità di allestire le pedane all’esterno dei locali, soprattutto per quelli che hanno meno disponibilità fuori (non il suo che affaccia sulla grande piazza), aggiungendo la chiusura degli spazi esterni con vetrate in plexiglass. Si è battuto anche per far sì che i ristoratori avessero più voce in capitolo sulle decisioni che coinvolgono la loro attività, nell’interlocuzione sia col Comune che con la Regione.

E ha criticato le disposizioni che obbligano gli stessi esercenti a richiedere il Green pass. Non contestando tanto il certificato e ancor meno la bontà delle vaccinazioni ma il ruolo da «poliziotto» affibbiato a chi gestisce un locale pubblico. Ha ricordato spesso la bassa percentuale di contagi partiti nei ristoranti e la consapevolezza del problema da parte dei titolari. Ma proprio in nome di questa, ora decide di fermarsi.
«Non avevamo altra scelta, ritengo questo anche un piccolo grande segnale, un gesto politico, per far comprendere la nostra responsabilità».

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