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Tommaso Minervini

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MOLFETTA (BARI) – La mozione di sfiducia verso il sindaco Tommaso Minervini c’è. A distanza di tre settimane dal Consiglio del 18 ottobre, il documento annunciato dalla sinistra, alla fine, è arrivato. Ed è stato protocollato ieri mattina al Comune di Molfetta.

Lo hanno firmato 12 consiglieri, non ancora sufficienti a decretare con certezza la sfiducia al sindaco, che comunque è a un passo. Ora, la mozione dovrà essere discussa in consiglio comunale – entro un mese – dove verrà messa ai voti: sarà quella la sede della decisione finale sulle sorti dell’amministrazione comunale in carica.

A presentare il documento sono stati gli stessi i promotori – i consiglieri Beppe Zanna, Paola de Candia (Rifondazione-Compagni di strada) e Silvia Rana (Sinistra italiana) – al termine di un non facile «lavoro di mediazione politica inevitabile e necessario», come hanno poi spiegato.

Oltre alle loro firme, la mozione porta in calce anche quelle di: Isa de Bari, Antonello Pisani e Doriana Carabellese del centrodestra; Luigi Tridente, Leo Binetti, Pasqua Losito, Sergio de Candia e Giuseppe Balestra, ex alleati del gruppo Obiettivo Molfetta; Pasquale Mancini, di Officine Molfetta. Dodici, dunque, non senza qualche assenza di peso. A cominciare da quella della senatrice, oltre che consigliera comunale, di Forza Italia Carmela Minuto.

Mancano anche le firme dei Popolari per Molfetta, che tre settimane fa si erano dichiarati fuori dalla maggioranza ritirando i propri assessori Maridda Poli ed Enzo Spadavecchia. E mancano pure quelle dei due consiglieri (ormai ex) del Pd Nicola Piergiovanni e Gianni Facchini, che qualche ora prima avevano spiegato in una lettera aperta la loro scelta di sostenere l’amministrazione Minervini, “disobbedendo” alle direttive del proprio partito.

«Le crisi di maggioranza, i rimpasti e le vicende giudiziarie stanno paralizzando irrimediabilmente la macchina amministrativa – è scritto nel documento presentato –. L’attuale maggioranza a sostegno del sindaco non corrisponde alla coalizione che ha vinto le elezioni nel 2017. L’amministrazione comunale non ha il sostegno della maggioranza dei consiglieri in carica, stante la dichiarazione di fuoriuscita prima del Pd e di Officine Molfetta e poi dei gruppi consigliari Obiettivo Molfetta e Popolari per Molfetta verificatasi nella seduta di consiglio comunale di lunedì 18 ottobre».

Di qui la conclusione dei 12 firmatari del documento che «chiedono, al fine di procedere allo scioglimento del Consiglio, di procedere come previsto dal citato articolo del Tuel alla discussione della mozione e al conseguente voto di sfiducia nei confronti del sindaco di Molfetta nella prima seduta utile del consiglio comunale».

«Le crisi di maggioranza, i rimpasti e le vicende giudiziarie stanno paralizzando irrimediabilmente la macchina amministrativa – hanno poi spiegato in una nota i tre esponenti del centrosinistra – L’attuale maggioranza a sostegno del sindaco non corrisponde alla coalizione che ha vinto le elezioni nel 2017. L’amministrazione comunale non ha il sostegno della maggioranza dei consiglieri in carica».

«Auspichiamo che le gravi ragioni che impediscono il normale funzionamento degli organi di governo – hanno poi aggiunto i tre firmatari del centrodestra –, esposte nella mozione e sottoscritte già da dodici consiglieri, siano condivise anche da altri membri dell’assise comunale».

Ora non resta che aspettare la convocazione del parlamentino cittadino da parte del presidente Nicola Piergiovanni, il quale ha già fatto sapere che «procederà alla convocazione del Consiglio nei tempi previsti».

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