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Uniti dallo stesso destino. Hanno fatto le proprie fortune politiche a destra. Oggi si ritrovano appassionatamente a sinistra. «Siamo una forza moderata che dà fiducia e stabilità agli elettori». E forse anche un po’ di confusione. Se appena due anni fa quegli stessi elettori li hanno votati sotto altri simboli. E in alcuni casi dentro un altro schieramento. Massimo Cassano entra al Comune di Bari presentando le prime due adesioni.

La scuderia Puglia Popolare-Popolari (costola della diaspora e della guerra con l’ex sodale, l’assessore regionale al Contenzioso Gianni Stea) ingaggia i consiglieri comunali Francesca Ferri e Pino Di Giorgio. La prima arriva da destra, dalla civica dell’ex candidato sindaco Pasquale Di Rella, il secondo dice addio a Sud al Centro, il movimento politico dell’assessore regionale ai Trasporti Anita Maurodinoia e del marito Sandro Cataldo.

L’attivismo di Cassano, l’ex senatore, ex consigliere regionale di Forza Italia e oggi capo dell’Arpal, l’Agenzia regionale del lavoro, dopo la conversione lungo la via per Michele Emiliano, alimenta più di una fibrillazione nel centrosinistra a Palazzo di città. Da un lato Cassano lancia un’opa come nuovo azionista nelle dinamiche amministrative da qui sino alle Comunali del 2024, dall’altro lancia segnali regionali per accreditarsi agli occhi del governatore, il neo regista della grande adunata del civismo pugliese.

«La nostra è una lunga storia. C’è bisogno di civismo per dare una risposta agli elettori che soffrono nei partiti tradizionali non trovando più risposte ai propri bisogni» dice Cassano dalle stanze dell’Hotel Palace di Bari facendo la conta degli «oltre 300 amministratori pugliesi iscritti a Puglia Popolare-Popolari». Da oggi 302 con l’arrivo dei consiglieri Ferri (già vicesindaco di Valenzano e candidata alla Regione con Forza Italia) e Di Giorgio (già consigliere in una lista di centrodestra) definiti «due amici di spessore elevato». Ma per ora il gruppo al Comune non si costituirà.

Serve un terzo consigliere e la caccia è chiaramente aperta. Magari pescando da ciò che resta di Sud al Centro, travolto dalle ultime inchieste giudiziarie sulla presunta compravendita di voti al I Municipio di Bari e a Triggiano e dai continui addii. Il partito resta rappresentato in Consiglio solo da Carmen Lorusso (arrivata in soccorso dal centrodestra e moglie di Giacomo Olivieri, ex consigliere regionale di tutto l’arco costituzionale pugliese), dopo i saluti di Romeo Ranieri, emigrato nel neonato Con e ora di Di Giorgio. Una questione numerica che pone problemi negli assetti della giunta Decaro.

La Maurodionoia con un solo consigliere ha un proprio assessore, Alessandro D’Adamo al Bilancio, mentre i nuovi gruppi restano a bocca asciutta. E la casella dell’assessorato all’Urbanistica resta ancora libera. Un inaspettato fermento che agita e non poco lo stesso sindaco Decaro che, dopo aver ingoiato il boccone amaro della nuova pattuglia consiliare Con (la civica del governatore Emiliano), potrebbe veder assottigliare sempre più il numero dei consiglieri eletti nelle sue liste Decaro Sindaco e Decaro per Bari.

Da qui infatti potrebbero traslocare Piero Albenzio, Livio Sisto e Cristina Pennisi. Da giorni si fanno quasi certe le indiscrezioni sulla nascita di un nuovo gruppo, sotto la regia del consigliere regionale (eletto a destra con Fitto) Saverio Tammacco, una volta ufficializzato il suo passaggio nel centrosinistra di Emiliano. Insomma, Palazzo di Città assomiglia sempre più a una stazione ferroviaria nel giorno della vigilia di Natale: si parte, si arriva, si sale e si scende con la valigia e i regali tra le mani. Ma senza una chiara e ufficiale destinazione.

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