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La sede del Comune di Turi e il sindaco Tina Resta

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TURI – Rischia di chiudersi con due anni di anticipo la consiliatura al Comune di Turi. Il sindaco Tina Resta ha infatti formalizzato le dimissioni dalla carica. La decisione, arrivata quasi a 3 anni dalla sua elezione, è stata comunicata con un documento nel quale la prima cittadina spiega le difficoltà sempre più crescenti all’interno della sua maggioranza. Ora Resta ha a disposizione 20 giorni per ripensarci, altrimenti si andrà al commissariamento del Comune.

«Gli ultimi avvenimenti non hanno potuto che farmi prendere atto dell’assenza delle condizioni politiche atte a consentirmi di continuare a svolgere con serenità un compito che avrebbe richiesto il massimo dell’impegno da parte di tutti – spiega il sindaco Resta -. Il quadro politico che si è determinato ha annullato ogni possibile ulteriore sforzo finalizzato a raggiungere un accordo politico tra le parti per continuare il mio mandato. Ritengo moralmente inaccettabile dover costantemente riconquistare il pieno mandato conferito dagli elettori, avversato da continui attacchi governati da logiche che non voglio e non posso accettare».

Il sindaco dimissionario ha quindi aggiunto: «Ho speso ogni giorno di questa mia esperienza con onestà, dedizione e nel pieno e rigoroso rispetto delle prerogative che le norme di legge attribuiscono al ruolo politico e istituzionale dell’amministratore pubblico, mettendomi a totale disposizione dei cittadini. Ora sono all’ultimo atto di un percorso governativo che avrebbe meritato un epilogo diverso, ma va bene così» conclude Resta.

Tra le prime reazioni all’annuncio delle dimissioni del sindaco, quella del senatore Michele Boccardi, entrato a Palazzo Madama solo nel dicembre scorso dopo una lunga querelle. «Conosco bene la storia personale e politica della sindaca di Turi e sono quindi certo che le sue dimissioni dalla carica di prima cittadina hanno motivazioni serie ed importanti – ha scritto Boccardi in una nota -. In questo momento di grande difficoltà, però, invito tutte e tutti a guardare oltre le incomprensioni locali e ad alzare lo sguardo all’orizzonte nazionale e internazionale. La crisi sanitaria, economica e sociale legata alla pandemia non è ancora terminata; il conflitto armato in Ucraina desta preoccupazioni crescenti; a fine giugno scade il termine per presentare i progetti per il Pnrr. In altre parole, abbiamo dinanzi a noi uno scenario così inquietante da un lato (il Covid e la guerra alle porte dell’Europa) e così irripetibile dall’altro per lo sviluppo del nostro territorio (il Piano nazionale di ripresa e resilienza) che siamo tutti chiamati al più alto senso di responsabilità».

Il parlamentare, originario proprio di Turi, lancia infine un monito e un appello: «Una crisi comunale ora sarebbe dannosa per cittadini, famiglie e imprese, oltre che incomprensibile agli occhi degli elettori. Richiamo pertanto la sindaca Resta, la Giunta, il Consiglio comunale nel suo insieme e tutti i consiglieri singolarmente ad una sincera e approfondita riflessione sulle conseguenze non solo contingenti ma anche nel lungo periodo che potrebbe avere il commissariamento del Comune adesso. Sono certo che le ragioni per andare avanti sono molte di più e molto più valide di quelle che spingono a fermarsi. Per il bene di Turi bisogna trovare una soluzione che consenta di superare l’attuale stallo ed arrivare quindi al ritiro delle dimissioni della sindaca e ad un rilancio dell’azione politico-amministrativa».

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