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L’ALTRA metà della lotta al Fascismo raccontata per testi e immagini. Donne della milizia, politiche, lavoratrici nelle retroguardie, volontarie, guerrigliere, manifestanti, attive nelle rappresaglie. Dalle azioni più consapevoli ai gesti più piccoli, molte sono le donne, in gran parte misconosciute o dimenticate, che hanno contribuito alla lotta per la libertà e l’antifascismo con dignità, solidarietà e coraggio.

A queste donne e alle loro azioni si cerca di rendere giustizia con una mostra che possa offrire una visione globale della reale importanza delle loro azioni nella nostra storia. Dopo il debutto a Tulle in Francia e la tappa a Rivas-Vaciamadrid in Spagna, l’Anpi provinciale di Bari e la sezione “Arturo Cucciolla” dal 21 gennaio al 4 febbraio cureranno la tappa italiana della mostra fotografica “Donne Resistenti”, che sta portando in tutta Europa la memoria delle donne che hanno combattuto contro i fascismi a cavallo della Seconda Guerra Mondiale.

Il progetto Mujeres como elemento de resistencia de la memoria de Europa – Le donne come elemento di resistenza della memoria d’Europa – è stato promosso dalla Associación para la recuperación de la memoria historica, una Ong spagnola nata con il fine di cercare e recuperare i resti delle oltre 114.000 persone scomparse durante la dittatura franchista. Mujeres Resistentes si concentra sul contributo del movimento per i diritti delle donne alla democrazia in Europa e gli dà la visibilità che merita.

Il movimento va dalla battaglia per il diritto di voto delle donne (in Spagna nel 1933) alla resistenza delle donne nella lotta contro il fascismo nella guerra civile spagnola e nella seconda guerra mondiale. La lotta delle donne fu complessa, poiché mentre combattevano per i loro diritti rimanevano anche, anche in situazioni dolorose, coinvolte nei loro tradizionali ruoli familiari come madri, mogli o sorelle.

Questo fatto ha innegabilmente influenzato le loro decisioni di unirsi alla lotta. Il progetto spagnolo intende spiegare come le donne abbiano avuto un ruolo importante nella lotta contro il fascismo: sostenendo i combattenti della Resistenza nelle retrovie, aiutando ebrei e maquis, facendo da messaggere e in battaglia (per esempio, in Italia, 55.000 donne italiane furono riconosciute come partigiane combattenti).

«Non erano delle fanatiche, né portavano per partito preso il coltello in mano o fra i denti – scrive Matteo Dalena su Internazionale – cercavano semplicemente un’esistenza più dignitosa in un Paese libero dall’autoritarismo fascista». Il progetto ha realizzato una mostra fotografica e documentaria che illustra il ruolo delle donne nella lotta antifascista – opposizione al fascismo in Italia e Germania, guerra civile in Spagna, Resistenza europea – con particolare riferimento a quattro paesi, cui sono dedicate altrettante sezioni della mostra: Spagna, Francia, Germania, Italia.

Nel corso della mostra barese, che si concluderà il 6 febbraio, saranno organizzati incontri con il pubblico, approfondimenti su figure dell’antifascismo barese. Si tratta di una anticipazione degli esiti di una ricerca avviata dall’Anpi di Bari sulle biografie dei combattenti per la libertà della Terra di Bari, intitolata “Vite Partigiane” e promossa con il sostegno della Università di Bari, della Città Metropolitana e della Fondazione Majerotti.

All’inaugurazione, il 21 gennaio, alle 17.30, interverranno Natalia Marino (Anpi Nazionale), Carmen G-Rodeja e Cristina Fiaño (ARMH), Valentina Dastoli (referente ARMH per l’Italia), Ines Pierucci, assessora alla Cultura del Comune di Bari. Introduce Pasquale Martino, presidente provinciale Anpi Bari

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