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Una rete di coltivazione e spaccio che avrebbe fruttato almeno 10 milioni di euro. Quindici persone sono state arrestate questa mattina nel Foggiano e nella provincia della Barletta-Andria-Trani, con le accuse a vario titolo di coltivazione illecita aggravata dalle grandi quantità, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti.

Il blitz antidroga, all’interno dell’operazione chiamata “Green power”, è scaturito da un sequestro, avvenuto il 6 luglio scorso, di una piantagione di marijuana composta da oltre diecimila piante tra Trinitapoli e Ceriginola. Dalle oltre diecimila piante di marijuana, del peso di circa una tonnellata e mezzo, sarebbe stato possibile ricavare quasi due milioni di dosi che una volta immesse sul mercato avrebbero fruttato almeno 10 milioni di euro.

Secondo quanto accertato dagli investigatori, gli indagati avevano messo in piedi un’ampia attività di spaccio, prevalentemente a gestione familiare. Delle 15 persone destinatarie delle misure cautelari, 8 sono finite in carcere, 5 ai domiciliari, per una persona è scattato l’obbligo di firma e un’altra è stata arrestata in tarda mattinata. Gli arresti sono stati compiuti tra Trinitapoli (BAT), e nei comuni foggiani di Serracapriola, Chieuti e San Severo.

Sono una trentina gli episodi di spaccio documentati dai carabinieri. La “clientela” proveniva anche dalle vicine regioni di Molise e Abruzzo. Criptico il linguaggio usato dai pusher per indicare lo stupefacente. Le dosi venivano chiamate “benzina”, “diesel” o “olio”.

“Durante l’esecuzione delle misure cautelari – ha spiegato in conferenza stampa il capitano della compagnia Carabinieri di San Severo, Marco Vanni – una signora di Serracapriola affacciata alla finestra ed attirata dalle nostre luci blu che illuminavano i palazzi, ci ha ringraziati facendoci una sorta di inchino per aver liberato il suo paese da questi criminali”.

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