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Il seggio elettorale allestito nella sala Athenaeum

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Carmine Doronzo è il candidato sindaco della “Coalizione dell’alternativa” alle prossime elezioni comunali di Barletta. Lo ha stabilito la maggioranza dei 2778 partecipanti alle primarie che si sono svolte domenica nella Sala Athenaeum. Il candidato sostenuto da Sinistra italiana, Coalizione civica e Italia in Comune ha sconfitto lo sfidante Francesco Mazzola, supportato da Italia Viva, Azione, Europa verde e movimento Amico. Doronzo ha ottenuto 1675 preferenze (pari al 60,66% dei voti validi) mentre il contendente si è fermato a 1086 (39,34%). 17 schede sono risultate nulle. «È stata una meravigliosa festa di democrazia.

Abbiamo vinto in 3000! – ha commentato Doronzo. «Barletta sta rialzando la testa. Adesso mettiamoci tutti al lavoro per guidare la città». Mazzola ha assicurato il mantenimento dei patti: sarà alla testa di una delle sette liste che la “Coalizione dell’alternativa” dovrebbe schierare. Doronzo, project manager esperto di fondi europei, ha già corso per la fascia tricolore nel 2018, ottenendo 4831 consensi pari al 9,63%.

Questa volta se la vedrà con l’uscente Mino Cannito, schierato dal centrodestra, e Santa Scommegna, candidata del Partito Democratico, della lista “Cantiere Barletta” che fa riferimento al consigliere regionale dem Filippo Caracciolo e delle liste civiche di diretta emanazione del presidente della Regione Michele Emiliano. Una quarta proposta sembrerebbe farsi strada: il Movimento 5 Stelle schiererà una lista (o forse una coalizione con un secondo contrassegno) con un proprio candidato sindaco.

Le trattative con la “Coalizione dell’alternativa” si sarebbero arenate, quelle con Scommegna e il Pd – desiderate soprattutto a Roma dai vertici nazionali pentastellati – risultano ugualmente in fase di stallo. Quanto ai dem, il consigliere regionale Ruggiero Mennea ha commentato lo svolgimento delle primarie Doronzo-Mazzola con toni critici verso il suo partito, al quale si deve l’introduzione di quello strumento nello scenario italiano: «Il Pd ha fatto da spettatore ad una giornata di straordinaria partecipazione da parte degli elettori del centrosinistra.

Uno smacco ed una punizione severa per chi è venuto ad imporre un candidato anomalo ed una coalizione ancor più anomala. Si è preferito scegliere tra pochi intimi nelle stanze del potere e con l’influenza di un “dominus” neanche iscritto al Pd». Il riferimento è a quel Michele Emiliano che però lo stesso Mennea sostiene in Regione, dato che è un suo consigliere di maggioranza. Misteri della politica.

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