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Cosimo Cannito

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BARLETTA – Preciso e affilato, quasi chirurgico è stato il monologo dell’ex sindaco Cosimo Cannito, ieri sera nei giardini di viale Giannone, su un palchetto con i cittadini intorno. Con l’animo più sereno rispetto al consiglio comunale del 13 ottobre scorso, nel corso del quale fu votata la sfiducia a Cannito, l’ex primo cittadino ha ripetuto le stesse accuse di allora ma, fuori dal contesto istituzionale e in un clima da campagna elettorale, non ha risparmiato dettagli, nomi, rivelando circostanze, tradimenti e persino lanciando sfide.

Come quella a colui che ritiene essere l’artefice, il “regista del disegno” che ha portato alla sua caduta, il consigliere regionale PD Filippo Caracciolo. «Dimettiti da consigliere regionale e fai il candidato sindaco, assumiti la responsabilità di una città, è comodo stare fuori e orientare il consenso. Candidati e misuriamoci sui problemi della città», ha detto attorniato dai suoi fedelissimi, quelli che sono rimasti con lui fino alla fine e che, per la quasi totalità, fanno riferimento a forze politiche di destra. Ma guai a etichettarlo.

«Il mio progetto politico non è né di destra né di sinistra – ha spiegato – anzi sono qui per lanciare un appello ai cittadini, perché si possa costruire un progetto politico che si interessi dei problemi della città e non di interessi personali». «Non intendo portare con me simboli di alcun partito», ha ribadito, rilanciando il progetto del civismo di tre anni fa, ma con maggiore attenzione a chi ne farà parte.

«Non sono il candidato sindaco di destra così come mi si vuole etichettare per denigrarmi, io ho molto da insegnare a qualcuno di sinistra e parla per me e la mia storia personale essendo stato sempre io socialista». E a questo punto Cannito dispensa altre due stoccate: una a Carmine Doronzo, ex consigliere espressione della sinistra cittadina, “reo” di avere proposto la mozione di sfiducia e, soprattutto, di averla condivisa con gli ex alleati di Cannito. Immediata la replica, a distanza, di Doronzo che accusa l’ex sindaco di vittimismo e lo invita a un confronto pubblico; l’altra al suo partito, al PSI, che in questo momento l’ex sindaco non ha al suo fianco, il cui segretario ha partecipato nei giorni scorsi a una rimpatriata delle forze del centro sinistra nel capoluogo col presidente della regione Puglia Michele Emiliano.

«Dobbiamo parlare all’interno del partito – ha detto risentito Cannito – perché non è stato deciso nulla, io sono iscritto al partito socialista e non c’è nessuno che possa decidere senza che il partito si riunisca e ci si orienti per le prossime elezioni comunali». Non lo dice esplicitamente l’ex sindaco, ma è chiaro che vorrebbe riprendere da dove ha lasciato, il suo elenco di atti e provvedimenti è lungo, ma quello di ieri, ribadisce ancora una volta, è solo “un appello” ai cittadini e pare anche alle forze politiche, «se vorranno che interpreti il ruolo di leader della città ci sto, se non vorranno io farò il “porta acqua” come tutti quanti gli altri».

Chi in questo momento sta con lui è chiaro e sono espressione del centro destra, salvo un paio di eccezioni. Ma alla domanda precisa su chi in questo momento lo sostenga, Cannito risponde «non lo so ancora, ecco perché questa sera noi cominciamo una discussione pubblica a partire dalla quale sono a disposizione della città».

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