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Un asilo nido

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In Puglia mancano 18.041 posti negli asili nido pubblici e privati per raggiungere l’obiettivo minimo fissato dall’Europa di 33 posti ogni 100 bambini con meno di tre anni. La Puglia è tra le regioni italiane con la minore copertura, fanno peggio solamente Campania, Molise, Calabria, Sicilia e Basilicata.

A scattare la fotografia è la Sose, Soluzioni per il sistema economico Spa, una società per azioni creata dal ministero dell’Economia e da Banca d’Italia per l’elaborazione degli Indici sintetici di affidabilità fiscale, strumento che ha sostituito gli studi di settore, nonché per determinare i cosiddetti fabbisogni standard, anche in attuazione del federalismo fiscale. La situazione che emerge dallo studio è impietosa, il report evidenzia anche il gap con le regioni del Nord: in Emilia Romagna, ad esempio, i posti disponibili negli asili sono 31,7 ogni 100 bambini, ne mancano soltanto 5.319 per centrare l’obiettivo.

Stessa situazione in Toscana che può contare su 31,6 posti ogni cento bimbi; e in Umbria (31,7%). La Puglia si ferma ad appena 13,2 posti ogni cento bambini. «Il Pnrr – scrive Sose – offre al nostro Paese una grande opportunità per poter colmare i gap infrastrutturali esistenti tra i diversi territori, che si traducono in diversi livelli di servizi pubblici offerti dalle Regioni, Province, Città metropolitane e Comuni».

Certo, qualcosa si sta muovendo per ridurre le distanze tra Nord e Sud: nel settore del Welfare, grazie alla definizione degli obiettivi di servizio per i servizi sociali e per gli asili nido, finalmente il Mezzogiorno inizia a recuperare una parte di quei soldi che prima prendevano la strada del Nord. Con l’ultima legge di Bilancio sono state previste, per la prima volta, accanto agli obiettivi di servizio nell’ambito sociale e socio-educativo, anche risorse aggiuntive da versare ai comuni.

Con un incremento del Fondo di solidarietà comunale (Fsc) che, a regime, varrà oltre 650 milioni di euro per lo sviluppo dei servizi sociali, nonché 300 milioni per il potenziamento degli asili nido, il Sud ha potuto beneficiare di maggiori risorse. Ma la strada è ancora molto lunga, come evidenzia Openpolis: l’Italia, nel complesso, offre 26,9 posti nei servizi per la prima infanzia ogni 100 bambini tra 0 e 2 anni. Però, i posti nel 2019 sono aumentati soprattutto al Nord.

Del Sud non c’è traccia, le regioni del Mezzogiorno occupano tutte le ultime posizioni, lontane ormai anni luce. Sopra la media nazionale tutto il Centro-Nord, ad eccezione della Sardegna. «Restano quasi invariati – si legge nel report di Openpolis – i divari interni che caratterizzano il nostro paese, già visibili a livello regionale. Le regioni del Mezzogiorno, con l’eccezione della Sardegna, si collocano ancora tutte al di sotto della media nazionale. Non solo: le maggiori regioni meridionali si trovano tutte in fondo alla classifica. Campania e Calabria si attestano poco sopra i 10 posti ogni 100 bimbi, in Sicilia sono poco più di 12».

Permangono, inoltre, differenze molto ampie tra comune e comune. «Storicamente – evidenzia Openpolis – l’offerta di servizi prima infanzia a livello territoriale mostra due fratture. La prima, e più evidente, è quella tra comuni dell’Italia centrale e settentrionale e quelli del Mezzogiorno. La seconda è quella tra i maggiori centri urbani, dove il servizio è più diffuso (anche se soggetto a una pressione maggiore, data la maggiore ampiezza dell’utenza potenziale) e i comuni delle aree interne, dove la domanda debole e dispersa ha storicamente limitato lo sviluppo di una rete di servizi».

Così, andando ad analizzare la situazione nelle 10 città con più residenti il risultato è che nei primi sei posti ci sono cinque comuni del Nord, più Roma; mentre negli ultimi quattro posti sono relegate città del Sud. La prima in assoluto è Firenze con 49,4 posti ogni 100 bambini dai 0 ai 2 anni, seconda Bologna (47,6), terza la Capitale (47,1), poi ci sono Torino 40,7, Genova 37,9 e Miliano con 37,8 posti. La prima del Mezzogiorno è Bari, ma il divario è emblematico: appena 16,3 posti negli asili nido ogni 100 bimbi. Situazione più difficile a Napoli (12,8), Palermo (11,8) e Catania (appena 6,8).

«Si tratta, purtroppo, di un dato non nuovo – osserva Openpolis – come abbiamo avuto modo di constatare nel corso degli approfondimenti sul tema in questi anni, il livello di offerta del servizio risulta fortemente sperequato tra le aree del paese. Un tema su cui le politiche pubbliche degli ultimi anni hanno concentrato l’attenzione, a partire dalle previsioni dello stesso decreto legislativo 65/2017 (Istituzione del sistema integrato di educazione 0-6 anni)».

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