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Sono circa 320mila in Puglia le persone in età lavorativa senza neppure una dose di vaccino contro il Covid-19. Parliamo di uomini e donne tra i 20 e 60 anni, un target molto ampio, circa il 10% della popolazione over 12, anche se, ovviamente, non tutti saranno effettivamente occupati. Ma la stima rende l’idea di quanto potrebbe essere folto il gruppo di cittadini che, da domani, saranno alle prese con l’obbligo di esibire, se sarà richiesto, il green pass per entrare in ufficio, in un negozio, in un’azienda o una fabbrica.

Nonostante la Puglia abbia una delle migliori coperture vaccinali in Italia, gli scettici e i No Vax sono ancora molti. Dagli enti pubblici alle aziende private, nessuno sa e nemmeno può sapere con certezza quanti siano i propri dipendenti non immunizzati, anche azzardare percentuali è pura accademia. Questo perché si tratta di un dato sensibile, quindi il datore di lavoro non può pretenderlo di sapere. Quasi ovunque i controlli saranno a campione, intanto nelle farmacie e ospedali di Bari aumentano vertiginosamente le richieste per effettuare il tampone.

«Abbiamo avuto un incremento notevole ma gestibile per ora – spiega Nicola Favia, gestore di sei farmacie, di cui due a Bari città – siamo tra il 30 e il 50% di prenotazioni in più rispetto alla media. Ovviamente, precisiamo che il test sarà effettuato sempre previa prenotazione, non è possibile presentarsi in farmacia ed effettuare il tampone se non è stato prima fissato un appuntamento. Per far fronte alla maggiore richiesta abbiamo potenziato gli orari, dedicheremo tre ore la mattina e due ore il pomeriggio all’esecuzione dei test».

La crescita della richiesta è confermata dal presidente dell’Ordine dei farmacisti di Bari e Bat, Luigi d’Ambrosio Lettieri: «Siamo consapevoli che ci sarà un aumento sensibile, lo stiamo già notando – dice – ma siamo pronti. Certamente se la domanda dovesse essere esponenziale non potremo farcene carico solo noi, vedremo cosa accadrà». Alcune farmacie stanno persino offrendo su facebook pacchetti promozionali: prenotando più tamponi si riceve uno sconto.

«Una iniziativa che mi sento di bocciare – critica Favia – dovremmo incentivare i concittadini a vaccinarsi, non a fare i tamponi». Rispetto a quanto sta accadendo nel resto d’Italia, nei cinque porti di Manfredonia, Barletta, Bari, Monopoli e Brindisi «non temiamo particolari situazioni di criticità, scioperi o blocchi» legati all’entrata in vigore dell’obbligo del green pass, ha assicurato il segretario generale dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale, Tito Vespasiani, precisando che «nei nostri cinque porti il tasso di vaccinazione tocca in alcuni settori il 100%».

Vespasiani ieri ha spiegato che «da subito, quando abbiamo visto come si stava evolvendo la situazione a Trieste, abbiamo avviato una indagine esplorativa, dalla quale è emerso che tra i dipendenti delle nostre imprese portuali», quelle che si occupano di logistica e servizi all’interno dei porti, «il tasso di vaccinazione è altissimo, arrivando in alcuni casi alla totalità del personale vaccinato».

Vespasiano precisa, ancora, che a contribuire a questa capillare diffusione dei vaccini tra il personale portuale «è stato il punto vaccinale organizzato dall’Autorità portuale negli scali, con almeno 4mila dosi somministrate e che ha coinvolto non soltanto i nostri dipendenti ma anche diverse categorie di operatori portuali e molti marittimi imbarcati per esempio sulle navi da crociera, per i quali sarebbe stato impossibile vaccinarsi in altro modo».

Dal 15 ottobre e fino al 31 dicembre, quando è prevista la scadenza dello stato d’emergenza, la certificazione verde diventa obbligatoria in tutti i luoghi di lavoro: i privati; il personale delle amministrazioni pubbliche; il personale di autorità indipendenti, Consob, Covip, Banca d’Italia, enti pubblici economici e organi costituzionali. Il vincolo vale anche per i titolari di cariche elettive o di cariche istituzionali di vertice.

L’obbligo è esteso ai soggetti, anche esterni, che svolgono a qualsiasi titolo la propria attività lavorativa o formativa presso le pubbliche amministrazioni. Per quanto riguarda i lavoratori privati, sono tenuti a possedere e ad esibire su richiesta i certificati verdi per accedere ai luoghi di lavoro. Per gli artigiani (idraulico, elettricista), i padroni di casa non hanno l’obbligo del controllo perché non sono datori di lavoro, ma e è loro facoltà chiedere l’esibizione del lasciapassare. Per colf e badanti, i datori di lavoro hanno invece l’obbligo di verificarlo. Al datore di lavoro spetta organizzarsi per i controlli, pena una multa tra i 400 e i 1.000 euro. Le sanzioni per chi va al lavoro senza pass vanno da 600 a 1.500 euro, più quelle disciplinari dei contratti collettivi di settore.

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