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Vaccino somministrato ad un bambino

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Sedute straordinarie, aperture pomeridiane dei centri dedicate solamente ai più piccoli: così in Puglia si sta cercando di recuperare la quota di copertura vaccinale in età pediatrica che è stata persa durante la pandemia Covid-19. «L’emergenza sanitaria – sostiene la professoressa di Igiene e prevenzione, Cinzia Germinario, presidente dell’Osservatorio epidemiologico pugliese – ha inciso, anche se i centri vaccinali hanno continuato nelle attività molti genitori hanno saltato gli appuntamenti».

Secondo quanto emerge dall’ultima rilevazione fatta dal ministero della Salute, nel 2020 per nessuna malattia è stato raggiunto il 95% di copertura nella popolazione tra 0 e 2 anni, risultato minimo fissato dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) per arrivare all’immunità di gregge. Per quanto riguarda la polio, la copertura è pari al 93,72% contro una media italiana del 94,02%; per la difterite il 93,73% dei bimbi tra 0 e 2 anni è protetto (media nazionale pari al 93,92%); contro il tetano è vaccinato il 93,73% (media nazionale 94,04%), stessa percentuale raggiunta per la pertosse e per l’Epatite B. Per quanto riguarda il morbillo si scende ancora, solo il 93,29% dei bimbi è immunizzato; stessa percentuale per parotite e rosolia. Dato ancora peggiore per la varicella, la copertura vaccinale è appena del 92,63%. Tutte, quindi, sotto la soglia minima del 95% e, comunque, in calo rispetto agli anni precedenti.

Ad esempio, al 31 dicembre 2018, nella prima infanzia le coperture per il vaccino esavalente (anti-difterite, tetano, pertosse, epatite B, poliomielite e Haemophilus influenzale tipo b) superavano il 95% in tutti i casi. Anche le coperture per anti-morbillo, parotite, rosolia andavano oltre il 95%. «Stiamo però già recuperando parte delle vaccinazioni perse – assicura Germinario – abbiamo già cominciato con sedute supplementari e con la chiamata attiva verso le famiglie».

Entro la fine dell’anno si spera di recuperare quei due punti percentuali che mancano all’obiettivo minimo del 95%. «Le coperture vaccinali – si legge nel report del ministero – rappresentano l’indicatore per eccellenza delle strategie vaccinali, poiché forniscono informazioni in merito alla loro reale implementazione sul territorio e sull’efficienza del sistema vaccinale. Sebbene universalmente la vaccinazione sia considerata uno strumento straordinariamente efficace e sicuro per la prevenzione delle malattie infettive, dal 2013 al 2016 le coperture vaccinali hanno mostrato un trend in diminuzione, scendendo ben al disotto della soglia del 95%, raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per limitare la circolazione di questi virus e batteri».

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