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Immagine di repertorio

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È il primo giorno del ritorno della Puglia in zona gialla. Già per la scorsa settimana il cambio di colore era stato sfiorato. Non cambia molto riguardo alle misure antiCovid. Rimane infatti la possibilità di entrare in bar, teatri, ristoranti e cinema con green pass rafforzato dalla terza dose del vaccino. La capienza per gli spettacoli pubblici resterà invariata.

Non ci sono restrizioni per gli spostamenti, ma l’obbligo dell’uso della mascherina all’aperto, deciso dal governo fino al 31 gennaio, potrà prolungarsi. Anche perché, se pur contenuti, i contagi continuano, nonostante calino i ricoveri. A confermarlo i numeri dell’ultimo bollettino diramato dalla Regione. I nuovi positivi sono 7 mila 267, su 53mila 741 tamponi eseguiti, con un tasso del 13,5 per cento. Purtroppo si contano altre dieci persone che hanno perso la vita.

Sono 134 mila 483 quelle attualmente positive (sabato erano 143 mila 357), 694 quelle ricoverate in area non critica (nel bollettino precedente erano 699), 68 in terapia intensiva (nel precedente rilievo 69). I nuovi contagi sono così distribuiti: in provincia di Bari 2 mila 256, nella Bat 805, nel Brindisino 707, in provincia di Foggia 1.113, nel Leccese 1.320, nel Tarantino 981. I residenti fuori regione sono 53, quelli in provincia in definizione 32.

Secondo le analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘M.Piconè, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), le province pugliesi sono tra le 20 che fanno registrare una fase di crescita “frenata”, comprese anche Bolzano, Reggio Calabria, Udine, Ancona, Ascoli Piceno, Cagliari, Verona e Venezia. I numeri di una crescita rallentata sono certificati anche dall’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, che riporta (dati aggiornati a sabato) come il tasso in area medica in tutto il territorio regionale sia sceso di un punto percentuale rispetto alla rilevazione precedente.

Ora segna il 24 per cento, rimanendo ben dieci punti sopra la soglia critica indicata dal Comitato tecnico scientifico del 15 per cento. In controtendenza, invece, l’incidenza dei posti letto in terapia intensiva, salita al 13 per cento, un punto in più rispetto alla precedente rilevazione e comunque quattro punti percentuali sulla soglia critica del 10 individuata dal Cts per il cambio di colore. In questa situazione complessa venerdì gli infermieri pugliesi si fermeranno insieme ai colleghi delle altre regioni per chiedere migliori condizioni di lavoro ed economiche a vantaggio di una sanità più efficiente e più equa per i cittadini.

A Bari ci sarà un sit-in di protesta davanti alla Presidenza della Giunta della Regione in via Lungomare Nazario Sauro. «In questi due anni di pandemia – scrivono – gli infermieri hanno assicurato le cure necessarie a tutti gli ammalati di Covid, sia negli ospedali che sul territorio e a bordo delle ambulanze del 118, a volte anche nel disinteresse della politica, delle istituzioni e dell’opinione pubblica, sostenuti però dalle parole di affetto degli stessi ammalati di cui si sono presi cura. Non una missione, ma una professione, quella di infermiere, cui si accede dopo anni di studi universitari ed esami durissimi nelle facoltà di medicina. Non eroi per caso, ma professionisti».

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