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Un cantiere

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CI sono quasi 482 milioni per migliorare la qualità dell’abitare; 66 milioni per l’edilizia scolastica; oltre 304 milioni per l’edilizia giudiziaria, che tanto fa penare Bari ma non solo; e 84,8 milioni per la messa in sicurezza degli immobili e del territorio. In tutto, 937 milioni disponibili per interventi di edilizia in Puglia, che, sulla carta, potrebbero sviluppare sino a 5mila posti di lavoro in un settore che ne ha persi oltre 30mila negli ultimi anni.

Una barca di soldi, eppure solo l’1% di questi fondi – statali ed europei – è stato impegnato dalle stazioni appaltanti. Numeri che non fanno dormire sonni tranquilli in vista della cascata di soldi che arriverà dall’Europa con il Piano di ripresa e resilienza. A non riuscire a pianificare e spendere sono soprattutto i Comuni, gli enti locali più in difficoltà per carenza di personale specializzato, per impossibilità a cofinanziare i progetti per i bilanci esigui e spesso in «rosso». Ostacoli conosciuti ma che si fatica a superare.

A fare i conti in tasca agli enti pubblici sono Cgil e Fillea Puglia: «Se questi sono i tempi della spesa, c’è poco da stare tranquilli sui finanziamenti del Pnrr, che avranno scadenze rigide rispetto alla spesa, così come anche per la nuova programmazione comunitaria», commenta sconfortato Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil Puglia.

Il sindacalista ieri ha illustrato tutte le progettualità bloccate, in capo soprattutto ai Comuni: 482 milioni per interventi relativi al Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare; 66 milioni per l’ammodernamento e la messa a norma in base alle disposizioni anti Covid degli edifici scolastici; 304 milioni per l’edilizia giudiziaria; 85 milioni per la messa in sicurezza di edifici pubblici e territori.

«Mentre siamo impegnati in un confronto con le istituzioni e tutte le parti sociali per definire assieme la Puglia del futuro – evidenzia Gesmundo – individuare gli obiettivi strategici per sostenere la crescita economica e sociale e rispondere agli indirizzi del piano Next Generation su transizione digitale ed energetica, utilizzando al meglio i fondi strutturali della stagione 2021-2027 e ovviamente le risorse che saranno assegnate alla nostra regione del Pnrr, ci preoccupano i ritardi con cui si procede all’impegno di risorse pure ingenti».

Cgil Puglia ha inviato una lettera a tutte le stazioni appaltanti invitandole ad aprire un tavolo di confronto. «Abbiamo bisogno di capire i limiti e le difficoltà circa l’impiego delle risorse e il contributo che possiamo dare noi come sindacato», aggiunge il segretario regionale. Non solo: c’è da combattere anche l’illegalità presente in alcune aree del settore delle costruzioni e azzerare o rischi legati alle infiltrazioni criminali nella gestione delle risorse pubbliche, denunciate anche nell’ultimo rapporto della Direzione investigativa antimafia. «Ai Comuni chiediamo di convocare tavoli per la sottoscrizione di un Protocollo di legalità per il contrasto al lavoro nero e alle infiltrazioni mafiose», annuncia Ignazio Savino, segretario generale della Fillea Cgil Puglia.

«Se è vero che le risorse comunitarie a venire devono servire per lo sviluppo della Puglia, per la ripresa dopo la crisi pandemica, tutto questo non può avvenire a discapito del lavoro, in termini di diritti, di salari e di sicurezza», ha aggiunto. Da parte della Cgil c’è grande preoccupazione in vista della «corsa» alla spesa dei soldi del Piano nazionale di ripresa e resilienza: «Siamo in presenza di una stagione straordinaria e non replicabile circa la disponibilità di risorse, e non sfruttarla significa fare un grave danno alla Puglia di oggi e del futuro.

Per questo chiediamo a tutti gli attori istituzionali e sociali di lavorare assieme», conclude Savino. Claudio Stefanazzi, capo Gabinetto della Regione Puglia, prova a rasserenare: «La Regione supporta già e continuerà a farlo, sul piano economico e tecnico, i piccoli comuni che non hanno risorse professionali al proprio interno per la redazione delle progettazioni esecutive». «La pubblica amministrazione – riprende Gesmundo – paga anni di disinvestimenti in termini di risorse economiche e umane. Servono investimenti e personale, ma siccome nel frattempo occorre dare risposte alle scadenze circa l’impiego dei finanziamenti, dobbiamo lavorare tutti assieme perché la Puglia non perda questa straordinaria occasione di crescita e sviluppo».

«Come parlamentari abbiamo il dovere di assistere gli enti locali e di sostenerli nell’attuazione del Pnrr. Abbiamo una grande opportunità per far ripartire il sistema Paese e per spendere in tempi rapidi tutte le risorse destinate a obiettivi non più rinviabili come transizione ecologica, sostenibilità e rigenerazione urbana. In questa sfida i Comuni non possono essere lasciati soli», ha ammesso ieri anche la senatrice e capogruppo M5S in commissione Ambiente, Patty L’Abbate.

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