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Su 107.465 pugliesi beneficiari del Reddito di cittadinanza e tenuti alla sottoscrizione di un «Patto per il lavoro», solamente 37.193 lo hanno firmato e, al 31 ottobre 2020, appena 19.331 erano ancora titolari di un contratto di lavoro. Quindi, poco meno del 18% è stato effettivamente reintrodotto nel mondo del lavoro grazie allo strumento nazionale voluto per combattere la povertà e la disoccupazione.

A scattare la fotografia è la Corte dei Conti attraverso il report sul «Funzionamento dei centri per l’impiego nell’ottica dello sviluppo del mercato del lavoro», condotta dalla Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato. Se non è un flop poco ci manca, anche se va sottolineato che in Puglia si registra una delle percentuali più alte di beneficiari del Reddito che hanno trovato un impiego e lo hanno conservato almeno sino al 31 ottobre scorso, la media italiana è del 14%.

I requisiti
«Per beneficiare del RdC – ricorda la Corte dei Conti – non bisogna soltanto rispettare alcuni requisiti di reddito e di patrimonio, ma è necessario considerare alcune «condizionalità» che riguardano l’immediata disponibilità al lavoro, l’adesione ad un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale. Questa parte delle politiche attive del reddito di cittadinanza, insieme all’obiettivo del contrasto alla povertà, ha la finalità di sostenere chi è disoccupato a trovare lavoro».

Posti di lavoro creati
Il monitoraggio della Corte dei Conti evidenzia anche un numero ridotto di coloro che si presentano nei Centri per l’impiego per la firma del Patto: al 28 febbraio 2021, su 107.465 persone tenute alla sottoscrizione, quelli convocati sono stati 74.866, quelli che si sono presentati alla prima chiamata sono stati 67.587 quelli che li hanno firmati 38.519, circa 1.500 in più rispetto ad ottobre scorso.

In tutta Italia, il numero complessivo dei beneficiari soggetti alla sottoscrizione del Patto per il lavoro è stato pari a 1.369.779, mentre coloro che hanno avuto almeno un rapporto di lavoro successivo alla domanda di RdC sono stati 352.068, di cui solamente 192.851 ancora attivo. Il 65% dei soggetti ha firmato un contratto a tempo determinato, il 15,4% un contratto a tempo indeterminato e il 4,1% un contratto di apprendistato; il 69,8% dei contratti a tempo determinato ha una durata inferiore ai 6 mesi, mentre una quota del 9,3% ha superato il termine annuale. I contratti di lavoro, nel complesso, hanno riguardato soprattutto professioni (non qualificate) nel commercio e nei servizi, seguiti da quelli associati a professioni qualificate nelle attività ricettive e della ristorazione; in minima parte hanno interessato il settore metalmeccanico-artigiano.

Il contributo dei navigator
Capitolo «Navigator»: da settembre 2019 a febbraio 2021, i beneficiari del reddito di cittadinanza pugliesi seguiti dai 280 navigator per la stipula del Patto per il lavoro sono stati 40.665, ma poi concretamente i piani personalizzati di accompagnamento al lavoro avviati sono stati appena 204. I piani personalizzati monitorati nel corso dei mesi solamente due. Più «consistente» il contributo dei navigator nel cercare e creare opportunità di lavoro o formazione: sono state 6.510, sono state 32.901 invece le imprese e aziende contattate per convincerle a offrire una chance ai beneficiari del Reddito. Da ottobre 2020 a marzo 2021, i navigator pugliesi hanno individuato 5.330 opportunità di lavoro o formazione su un totale di 29.610 in tutta Italia, per 9.954 posizioni professionali segnalate dalle imprese. Numeri non certo strabilianti, ma tra i migliori nel panorama italiano.

In Italia, infatti, sono stati resi disponibili 477.466 posti e le iniziative dei Navigator presso le imprese, per la rilevazione dei fabbisogni produttivi, hanno comportato la realizzazione di 588.521 interventi; sono state individuate 29.610 opportunità occupazionali corrispondenti a 56.846 posizioni professionali di cui il 68% deriva da fabbisogni per un aumento del carico di lavoro, mentre il 22% per turnover. Dai valori rilevati, che descrivono i livelli di istruzione e l’indice di profiling, è risultata evidente la quasi totale assenza di condizioni di occupabilità soprattutto nelle regioni meridionali. Dal piano di distribuzione geografica dei Navigator, elaborato da Anpal, emerge che in Campania, c’è il record di navigator, sono 471, la sola provincia di Napoli ne ha 274.

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