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Una corsia di ospedale

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LA Puglia riceverà oltre 631 milioni dal Piano nazionale di ripresa e resilienza per l’ammodernamento del settore «sanità». La bozza del ministero della Salute di riparto dei fondi della missione «Salute» è pronta e, per la prima volta rispetto alla tradizionale distribuzione del fondo sanitario nazionale, la Puglia otterrà più soldi rispetto a Regioni delle stesse dimensioni, come ad esempio l’Emilia Romagna, che da 15 anni, invece, riescono sempre ad ottenere «fette» più grosse.

Al Sud complessivamente, se la bozza sarà confermata, andrà il 40% degli 8 miliardi a disposizione, soldi che dovranno servire a creare almeno 1.350 Case di comunità in tutta Italia (2 miliardi); a finanziare la telemedicina (204 milioni); a rafforzare l’assistenza sanitaria intermedia con almeno 400 ospedali di comunità (un miliardo); ad ammodernare il parco tecnologico e digitale ospedaliero (2,63 miliardi) attraverso l’acquisto di almeno 3100 grandi apparecchiature sanitarie operative; a completare 329 interventi antisismici (circa 2,1 miliardi).

Alla Puglia viene destinato il 7,88% del totale, la parte più consistente viene riservata alla Lombardia (15,12% del fondo da 8 miliardi), segue la Campania (11,1%), poi la Sicilia (9,64%). La Puglia con il 7,88% è quinta, al quarto posto il Lazio con l’8,65%. Una inversione di rotta rispetto all’iniqua ripartizione del fondo sanitario nazionale, che vede ogni anno le regioni del Nord ricevere quote più consistenti. «Il riparto – si legge nella bozza ministeriale – tiene conto, in via generale, della quota di accesso al Fondo sanitario nazionale (2021) e il criterio che prevede che al Mezzogiorno venga destinato almeno il 40% del totale delle risorse».

Nel dettaglio, per la digitalizzazione e l’acquisto dei macchinari, alla Puglia vanno oltre 200 milioni; 160 milioni per gli interventi di messa in sicurezza e interventi antisismici; 157 milioni per le Case di comunità; 78 milioni per gli ospedali di comunità. Come detto, si tratta di una bozza che dovrà essere confermata, però è un primo segnale di inversione di rotta dopo anni di definanziamento della sanità pugliese e del Sud, più in generale. Basti pensare che nonostante sul fondo sanitario nazionale del 2021 siano stati immessi 2,7 miliardi in più rispetto al 2020, le Regioni del Sud, in proporzione, come già accaduto negli ultimi 20 anni hanno continuato a incassare una fetta più piccola della torta.

Alla Puglia, 4,1 milioni di abitanti, dei 116,29 miliardi complessivi, sono stati riservati 7,64 miliardi, l’anno scorso ne ricevette 7,49, quindi +240 milioni. L’Emilia Romagna, quasi a parità di popolazione (4,4 milioni di residenti), ha ricevuto 8,79 miliardi contro gli 8,44 del 2020: non solo 1,1 miliardi in più rispetto alla Puglia, ma ha potuto godere di un incremento rispetto all’anno scorso di 350 milioni. Prendendo in considerazione il Veneto (4,9 milioni di abitanti) la sproporzione resta, visto che la Regione di Zaia ha incassato 9,54 miliardi: 1,9 miliardi in più della Puglia e 280 milioni in più rispetto all’anno scorso. Insomma, l’iniqua ripartizione non solo prosegue ma, in qualche modo, si amplifica.

La Campania, 5,8 milioni di residenti, ha ricevuto 10,8 miliardi contro i 10,6 dell’anno scorso, +200 milioni. E’ vero che il riparto del 2021 garantisce un incremento di finanziamento alle Regioni a statuto ordinario almeno pari al +1,7% rispetto al 2020, ma è anche vero che l’aumento avrebbe dovuto avvantaggiare le Regioni del Sud che, storicamente, ricevono meno. Il Mezzogiorno, invece, è stato ancora penalizzato. Le differenze si fanno ancora più palesi se prendiamo in considerazione la spesa pro capite pubblica: per la salute e le cure di un pugliese, lo Stato ha investito nel 2021 1.861 euro, contro i 1.982 riservati ad un emiliano e 1.935 per un veneto.

La Lombardia, che conta 10 milioni di residenti, riceve 19,53 miliardi contro i 18,8 miliardi del 2020: + 700 milioni in un anno e una quota procapite pari 1.950 euro. La Campania solo 1.877 euro pro capite; la Calabria (quasi due milioni di abitanti) ottiene nella ripartizione del fondo sanitario nazionale solamente 3,65 miliardi, circa 70 milioni in più rispetto al 2020 e 1.837 euro procapite. Potremmo continuare: il Friuli Venezia Giulia che conta 1,2 milioni di residenti, incassa 2,40 miliardi: 1.995 euro per ogni suo cittadino. E ancora: il Piemonte incassa dallo Stato 8,56 miliardi, 200 milioni in più, 1.963 euro pro capite.

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