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Un'immagine del Consiglio regionale durante il dibattito di ieri sul Tfm

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CANCELLATO, per ora. Il Trattamento di fine mandato è stato abrogato dal consiglio regionale, ma non senza colpi di scena. Alla fine ha prevalso la volontà di spegnere le polemiche e le accuse che andavano avanti ormai da 50 giorni, ma non è cambiata l’idea di fondo: il Tfm «è legittimo», hanno ribadito ieri i rappresentanti gruppi consiliari.

Quindi, è molto probabile che la questione torni nuovamente di attualità tra qualche mese. Per ora, l’assegno è stato abrogato, però resta un problema: una ventina di ex consiglieri avevano, nel frattempo, già presentato istanza per ottenere la somma maturata, però l’emendamento approvato ieri all’unanimità è retroattivo. Sulla carta, quindi, va ad eliminare anche il diritto degli ex consiglieri, ma solo sulla carta.

Adesso, infatti, si apre un’altra partita che finirà davanti al Tar: chi ha depositato la richiesta tra il 7 agosto, giorno della promulgazione della legge, e ieri, giorno dell’abrogazione, potrà far valere il principio che il suo diritto soggettivo era già maturato e non può essere annullato in maniera retroattiva. Su vicende simili c’è già giurisprudenza consolidata in favore di chi rivendica il pagamento del Tfm maturato.

Sulla scelta di abrogare l’assegno di fine mandato ha pesato il polverone politico che si è alimentato negli ultimi 50 giorni e le critiche piovute da sindacati, organizzazioni datoriali, con Confindustria Puglia in testa, e dall’opinione pubblica.

Lo stesso presidente della Regione Puglia, Emiliano, aveva a più riprese evidenziato l’inopportunità di avere, a distanza di otto anni dall’abolizione, reintrodotto il Tfm che avrebbe garantito circa 35mila euro ad ogni consigliere alla fine della legislatura in corso, nel 2025. Il tavolo si è inclinato definitivamente domenica scorsa con le dichiarazioni a favore dell’abolizione dei leader del Pd e del M5S, Enrico Letta e Giuseppe Conte, con i quali proprio Emiliano aveva interloquito sotto traccia nei giorni precedenti.

«Mi chiedono cosa pensi della scelta del Consiglio regionale della Puglia di reintrodurre il Tfr per i consiglieri regionali. Semplice, sarebbe bene che il gruppo del Pd pugliese tornasse sui suoi passi e che il Consiglio si occupasse di altri problemi», ha twittato domenica Letta. Anche il leader del M5S, in tour elettorale proprio in Puglia, aveva preannunciato: «L’assegno di fine mandato verrà abrogato».

A quel punto, i gruppi in Consiglio, convocati lunedì dallo stesso Emiliano per un confronto, hanno optato per un passo indietro.
Ieri mattina, però, non sono mancati i «colpi di scena» e le polemiche in Aula: la maggioranza di centrosinistra, per permettere anche ad Emiliano di partecipare (il governatore era assente per motivi familiari) avrebbe voluto rinviare la discussione e la votazione al prossimo 28 settembre, ma il centrodestra ha giocato di anticipo e ha depositato l’emendamento abrogativo della norma. Dopo quasi due ore di botta e risposta, si è arrivati alla votazione: all’unanimità, il Tfm è stato cancellato.

Fratelli d’Italia, però, chiedeva, attraverso un secondo emendamento, che fossero azzerate anche tutte le nomine fatte dalla giunta Emiliano nei cda delle società partecipate (vedi Aqp). La maggioranza ha respinto l’attaco e Fdi, in segno di protesta, ha abbandonato l’Aula: «Il Consiglio regionale, su spinta di Fratelli d’Italia, senza tentennamenti e chiedendo che i lavori iniziassero proprio dagli emendamenti preannunciati in conferenza stampa – è la dichiarazione del gruppo di Fdi – ha votato all’unanimità l’abrogazione del Tfm. La commedia del presidente Emiliano non poteva durare oltre, sebbene continuerà sulla questione delle nomine e degli incarichi elargiti a spese dei pugliesi. L’emendamento col quale si chiedeva di abrogare tutti gli incarichi e le poltrone che Emiliano affida ai non eletti nelle sue liste, infatti, è stato bocciato dalla sua maggioranza, piegata alle ormai consuete logiche clientelari.

Proprio dai consiglieri di maggioranza ci saremmo aspettati un atto di responsabilità, vista anche la grande opera di moralizzazione messa in atto dal presidente Emiliano nei giorni scorsi, invece a prevalere sono gli interessi di pochi e non i problemi della Puglia e dei pugliesi».

Fatto sta, che almeno per ora, il Tfm è stato cancellato ma in futuro chissà. Sì perché in Aula, ieri, durante gli interventi il concetto che è stato ribadito più volte è che «il trattamento di fine mandato è legittimo» tanto che viene «applicato in 16 Regioni su 20», ma sono state sbagliate le modalità con cui è stato riattivato e i tempi. Come dire, tornerà. Magari tra un paio di mesi, o quando l’emergenza Covid sarà solo un brutto ricordo e ci saranno «le condizioni economiche e sociali» per tornarne a parlare e, probabilmente, a riattivarlo nuovamente.

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