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Il Reddito di cittadinanza «ha salvato 347mila pugliesi» e «va potenziato»: l’assessora al Welfare della Regione Puglia, Rosa Barone, esponente del M5S, difende a spada tratta la misura voluta dal suo partito per combattere la povertà, ribadendo la linea che senza il Reddito milioni di italiani avrebbero fatto fatica anche a mettere un piatto caldo a tavola.

La Corte dei Conti, però, nel suo monitoraggio, ha messo in evidenza un altro dato: rispetto al doppio obiettivo, aiutare economicamente chi è in difficoltà ma allo stesso tempo farlo rientrare nel mondo del lavoro, il reddito di cittadinanza ha fallito nella creazione di nuovi impieghi. I numeri, messi nero su bianco dalla magistratura contabile, dicono che su 107.465 pugliesi beneficiari del Reddito di cittadinanza e tenuti alla sottoscrizione di un «Patto per il lavoro», solamente 37.193 lo hanno firmato e, al 31 ottobre 2020, appena 19.331 erano ancora titolari di un contratto di lavoro.

L’assessora Rosa Barone

Quindi, poco meno del 18% è stato effettivamente reintrodotto nel mondo del lavoro. Ed è su questo punto che la Corte dei Conti indica dei correttivi, per evitare che la misura sia solamente assistenziale. «È inaccettabile – sostiene Barone – fare sterile polemica politica sul Reddito di cittadinanza, che va sicuramente migliorato per quanto riguarda l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro, ma non può essere in alcun modo messo in discussione.

In Puglia i nuclei percettori di almeno una mensilità di reddito o pensione di cittadinanza da gennaio ad agosto di quest’anno sono stati 149.295. per un totale di 347.170 persone coinvolte e un importo medio mensile di circa 552 euro. Numeri che da soli dimostrano l’importanza di questa misura per tante famiglie in situazioni di povertà».

Tutto vero, se non fosse che come ricorda la Corte dei Conti, «per beneficiare del Reddito non bisogna soltanto rispettare alcuni requisiti di reddito e di patrimonio, ma è necessario considerare alcune condizionalità che riguardano l’immediata disponibilità al lavoro, l’adesione ad un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale.

Questa parte delle politiche attive del reddito di cittadinanza, insieme all’obiettivo del contrasto alla povertà, ha la finalità di sostenere chi è disoccupato a trovare lavoro». In Puglia, oltre al Reddito di cittadinanza, è attivo anche il Reddito di dignità, una misura simile che «dal 2016 ad oggi ha permesso di aiutare circa 32.000 famiglie pugliesi in condizione di povertà e fragilità socioeconomica», evidenzia l’assessore.

«Il ReD – ricorda – prevede un’indennità economica mensile di 500 euro a fronte della sottoscrizione del Patto di inclusione. Grazie alla sinergia con i Comuni, le aziende, le scuole e tanti altri attori sono stati sottoscritti con queste famiglie oltre 25mila Patti di inclusione e sono stati attivati oltre 17mila tirocini formativi. Una misura che vogliamo potenziare, per questo incontrerò tutte le parti. È importante fare anche una riflessione sui Puc, i Progetti utili alla collettività in cui impiegare i percettori del Rdc per 8 ore settimanali.

Dal report commissionato dalla Regione emerge che la Puglia al 31 agosto è seconda per numero di PUC caricati, dopo la Lombardia, ben 1523 registrati in modalità pubblica, per un totale di 22.420 posti. Voglio capire le difficoltà incontrate dai Comuni in cui i Puc non sono ancora partiti, per cercare di risolverle».

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