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I proponenti della legge e i rappresentanti delle associazioni

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La Regione Puglia ci riprova: dopo l’affossamento del Ddl Zan in Senato, ieri in Consiglio regionale è stata una proposta di legge per garantire i diritti Lgbti e combattere le disparità di genere e legate all’orientamento sessuale, ma il testo non è stato firmato da tutti i componenti della maggioranza. Si tratta del secondo tentativo in Puglia di approvare una norma contro le discriminazioni, già nella passata legislatura fu presentata dalla giunta Emiliano una proposta che non venne mai approvata in Aula. Il centrosinistra, però, non si dà per vinto e torna alla carica, anche se il nuovo testo parte con 25 sottoscrizioni, mentre la maggioranza, includendo anche il M5S, è composta da 33 consiglieri.

I numeri, quindi, al momento non ci sarebbero per garantire l’approvazione in Consiglio. La norma, dal titolo «Disposizioni per garantire il principio di pari opportunità e di parità di trattamento in riferimento all’orientamento sessuale, all’identità di genere e alle variazioni nelle caratteristiche di sesso», è stata redatta dai consiglieri del Pd Francesco Paolicelli e Donato Metallo. «La proposta nasce anche a seguito di quello che ci stanno dicendo le piazze in questi giorni – ha spiegato Paolicelli – forse non ci siamo resi conto di quello che è il messaggio che sta arrivando a noi rappresentanti istituzionali, cioè garantire i diritti.

Questa è una proposta di legge che vuole garantire i diritti civili e che spero possa avere il supporto di quante più associazioni possibile e delle nuove generazioni, soprattutto dopo la brutta pagina scritta dalla politica italiana in Senato. La Puglia deve essere un punto di riferimento. Presenteremo la proposta di legge insieme a tutte le associazioni che già hanno partecipato alla stesura, coinvolgendo anche la Chiesa. Io voglio andarla a spiegare a tutti i parroci. La legge è stata sottoscritta da 25 consiglieri di maggioranza un buon numero di partenza, ora si consumeranno i passaggi necessari in commissione e poi in Consiglioì».

Accesso al lavoro, formazione specifica per insegnanti e operatori sociosanitari, comunicazione inclusiva, sensibilizzazione alle imprese e sostegno alle attività culturali contro ogni forma di discriminazione: sono gli assi portanti della proposta di legge, che si sviluppa su dieci articoli e dovrebbe essere discussa nelle Commissioni competenti già nelle prossime settimane. «Stiamo facendo un importantissimo lavoro di ascolto, stiamo provando a ricucire il bene più prezioso: la fiducia tra le associazioni e la politica che stava rischiando di perdersi per sempre», ha aggiunto Metallo. «Dobbiamo insistere sulla formazione soprattutto nelle scuole e dobbiamo sostenere quelle buone pratiche che già esistono», ha affermato Titti De Simone, consigliera delegata all’attuazione del programma”.

Presenti alla conferenza stampa anche associazioni e studenti: «Esiste uno scollamento tra un Paese reale e un mondo della politica che ancora non interpreta correttamente le esigenze della vita delle persone, le vulnerabilità specifiche, e che non interpreta quali sono i contesti di maggiore fragilità», ha osservato Luciano Lopopolo, presidente nazionale Arcigay.

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