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Michele Boccardi, Carmela Minuto e il sindaco di Molfetta Tommaso Minervini

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Lei va via commossa dopo un lungo discorso di commiato all’Aula. Lui esulta: «Sono stanco ma felice. È stato ripristinato il diritto». Felici lo saranno un po’ meno i contribuenti, cioè i cittadini, che dovranno pagare due volte per lo stesso incarico. Le somme già legittimamente erogate a chi lascia il banco e quelle legittimamente maturate dal 2018 da chi invece subentra solo oggi. A ben tre anni e mezzo dalle ultime Politiche. Si è concluso, solo ieri, al Senato lo psicodramma elettorale e in salsa pugliese tra Michele Boccardi e Carmela Minuto, entrambi di Forza Italia. Con il primo che diventa ufficialmente senatore togliendo così il posto alla collega molfettese.

Palazzo Madama ha ratificato la decisione della Giunta delle elezioni e immunità parlamentari che, solo a luglio 2020, aveva riconosciuto all’unanimità il ricorso di Boccardi, nato da un mero errore elettorale nella proclamazione degli eletti, prima da parte dell’ufficio elettorale, poi da parte della Corte di appello di Bari. Il reintegro però è rimasto per oltre un anno in standby per la mancata calendarizzazione nei lavori dell’Aula, tanto da spingere Boccardi a presentare, la scorsa estate, un ricorso in Procura.

Alla fine il Senato ha detto sì all’ingresso del nuovo senatore – ruolo già ricoperto nella passata legislatura – ma non senza qualche colpo di scena. Per appena due voti, 129 contro 127, non è passato l’ordine del giorno con il quale un gruppo di senatori ha chiesto di respingere il ricorso e di confermare perciò l’elezione della Minuto. Ma nulla da fare. La bocciatura, a voto segreto, ha di fatto spianato la strada alle conclusioni della Giunta e all’ingresso di Boccardi.

«Oggi – commenta il diretto interessato – è una giornata importante non tanto per il mio rientro, ma per aver ripristinato la legittimità di un organo costituzionale. Questo vulnus, se non sanato, avrebbe messo a rischio anche la prossima elezione del presidente della Repubblica. Ora il rimedio arriva dopo tre anni e otto mesi di attesa. Ringrazio tutte le forze politiche e sono convinto che la mia battaglia possa contribuire a cambiare i regolamenti e a dare più certezza nelle operazioni elettorali e di proclamazione». Nel suo ultimo intervento dai banchi del Senato, Minuto ha invece definito il caso «Una contraddizione insopportabile. Ho partecipato con lealtà alla vita delle istituzioni: la politica fatta per lo più in mezzo agli uomini in un paese del Sud, dove terra e mare da un tempo atavico concedono all’uomo un primato sociale difficile da scalfire, hanno contribuito a formare la mia coscienza di donna e cittadina».

Poi un’ultima considerazione prima del voto: «Ho lavorato tanto, comunque andrà la votazione ringrazio tutti. Non mi avventuro in interpretazioni di carattere giuridico che ritengo essere dalla mia parte: accetterò il risultato del voto con umiltà. Ma la verifica dei poteri nella fase istruttoria non può essere lasciata ostaggio di accordi politici». Ora resta da capire il destino politico di Carmela Minuto. La votazione di Palazzo Madama potrebbe raffreddare i rapporti con Forza Italia e avvicinarla sempre più alla Lega, partito nel quale il suo compagno, l’avvocato Davide Bellomo, ricopre il ruolo di capogruppo alla Regione Puglia. Minuto, indicata nei mesi scorsi tra i possibili “responsabili” per non far cadere il Conte bis, ora resterà consigliera comunale a Molfetta.

E da qui arriva il ringraziamento accorato del sindaco di centrosinistra Tommaso Minervini, alla prese con una maggioranza traballante e con qualche stampella che arriva proprio dall’opposizione e dalla ormai ex senatrice. «Ringrazio Carmela Minuto per il lavoro svolto al Senato per il nostro territorio – chiosa il primo cittadino – È davvero un peccato che si concluda la sua attività romana, ma potrà impegnarsi a tempo pieno nella vita amministrativa della sua città».

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