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Da sinistra, De Leonardis, Capone ed Emiliano

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«Essere qui è una grande emozione ed una grande responsabilità, in questo momento in cui il Parlamento non riesce a trovare una bussola che unisca tutte le energie per individuare il migliore degli uomini o la migliore delle donne che possa rappresentare l’Italia e il senso dell’unità nazionale. Mi auguro che le Regioni, con i loro 58 voti, possano svolgere un ruolo e offrire il loro contributo». Lo ha affermato ieri il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano dopo aver partecipato nell’Aula di Montecitorio alla prima votazione per eleggere il presidente della Repubblica.

Con Emiliano, in qualità di delegati dal Consiglio regionale pugliese, ci sono anche la presidente del Consiglio regionale Loredana Capone, ed il vicepresidente Giannicola De Leonardis. «Le Regioni – ha aggiunto Emiliano – esprimono diversi orientamenti politici, ma nel 99% dei casi, riescono a trovare unità d’azione, talvolta anche sacrificando le visioni personali. E questo è il momento di ritrovare uno spirito che unisca tutte le forze politiche e non le divida, e quindi mi auguro che lo spirito delle regioni che assicura il governo del Paese nella gestione più vicina ai cittadini, possa realizzare questa finalità».

Ieri, come prevedibile, c’è stata la fumata nera al primo scrutinio. Al termine dello spoglio nell’Aula di Montecitorio, le schede bianche sono state 672, 49 quelle nulle. I voti dispersi sono stati pari a 88. In tutto i presenti e i votanti sono stati 976 rispetto ai 1008 previsti. Il quorum necessario a eleggere il Capo dello Stato non è dunque stato raggiunto. 36 voti sono invece andati a Paolo Maddalena, il candidato degli ex M5s, mentre 16 a Sergio Mattarella. Tra gli altri 7 grandi elettori hanno scelto Berlusconi, 9 Cartabia, 6 Bossi. Due voti per Amato, Casellati, Conte, Giorgetti.

Ma al Quirinale serve un’ampia convergenza per arrivare a un arbitro. Giuseppe Conte è convinto che serva un accordo largo per convergere sul nome del prossimo presidente della Repubblica. Il leader M5S lo avrebbe sottolineato in tutti gli incontri avuti ieri alla Camera, mentre nell’Aula di Montecitorio si è svolta la prima votazione sul Colle. Il presidente del Movimento 5 Stelle avrebbe ribadito le sue perplessità (e quelle di una larga fetta di pentastellati) circa l’ipotesi di spostare il premier Mario Draghi da Palazzo Chigi al Quirinale.

Un concetto espresso dall’avvocato di Volturara Appula nell’incontro serale con il cofondatore di Coraggio Italia Giovanni Toti: troppo complessa l’operazione, il senso del ragionamento dell’ex premier, perché le conseguenze sulla prosecuzione dell’azione del governo potrebbero essere imprevedibili, in un momento delicato per il Paese dal punto di vista economico e sanitario.

La giornata politica di Conte ieri è iniziata alle 11 con l’incontro a Montecitorio con il segretario del Pd Enrico Letta e quello di Leu Roberto Speranza: i tre leader del fronte progressista danno indicazione ai loro parlamentari di votare scheda bianca alla prima chiamata dei grandi elettori per il Quirinale. Nel pomeriggio Conte vede prima il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, poi il segretario della Lega Matteo Salvini e il governatore della Liguria Toti, esponente di Coraggio Italia.

Nell’incontro tra l’ex premier e il leader del Carroccio, riferiscono fonti M5S, «c’è stata totale sintonia sulla necessità di rafforzare e intensificare il confronto, iniziato la settimana scorsa, per mettere da parte al più presto le schede bianche e scrivere un nome che unisca il Paese». All’uscita di Montecitorio Conte incrocia anche la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, con la quale però si intrattiene solo per un breve saluto. E in serata filtra anche l’indiscrezione su un colloquio tra Conte e il presidente del Consiglio Draghi. «Il vero nodo», sottolineano fonti pentastellate vicine ai vertici, «riguarda l’eventuale formazione di un nuovo governo qualora si concretizzasse l’ipotesi di un’elezione di Draghi al Quirinale».

A quel punto, avrebbe rimarcato Conte negli incontri di ieri con gli altri leader politici, la base 5 Stelle verrebbe consultata con un voto online per decidere se entrare o meno nel quarto governo di fila di questa legislatura.

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