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Da videomaker a volontario in Ucraina. Pronto a imbracciare un fucile perché «sono contro questa guerra e non riesco a sopportare di vedere morire donne e bambini innocenti. È più forte di me. Che male hanno fatto?». Moris Marzia ha 21 anni e vive a Statte, in provincia di Taranto. All’Adnkronos spiega che «non voglio per forza avere un’arma tra le armi e farmi chiamare “eroe”, quello non mi interessa. Posso anche andare primo soccorso o qualsiasi altra mansione».

Nel frattempo, «chiamo l’ambasciata e il consolato, mi sto informando su chi si occupa di far arrivare i volontari in Ucraina». Quello che finora è riuscito a fare è trovare un gruppo di «contractor a Roma: bisogna pagare un corso per un addestramento di 10-15 giorni e poi loro ti mandano in Ucraina per l’arruolamento militare». Il costo, spiega, è di «duemila euro».

Soldi che Marzia è «disposto a pagare. Se non trovo un’alternativa gratuita farò questo corso. Mi darebbe comunque un’esperienza che potrei sfruttare anche in futuro». L’ipotesi di recarsi alla frontiera, come suggerito da alcuni sui social, non viene invece presa in considerazione.

«Non sapendo la lingua non mi fido ad andare all’avventura. Se arrivo alla frontiera e poi mi chiedono un’esperienza che non ho? Se poi resto bloccato lì? Se poi succede qualcosa?», si chiede.

Quello che invece è certo di voler fare è «qualcosa per salvare più gente possibile. So perfettamente che il destino della guerra non dipende da me, ma nel mio piccolo voglio fare qualcosa per dimostrare concretamente che non sono per nulla d’accordo con questa guerra. Vorrei difendere bambini che potrebbero rimanere orfani».

La sua famiglia «è preoccupata sì, ma sono mie scelte e non mi faccio influenzare. Sono grande e vaccinato, so cosa voglio fare».

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