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Alcune cozze

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Cozze provenienti dalla Grecia finirebbero sul mercato italiano di Puglia, Campania e Calabria con gravi ripercussioni economiche e per la salute pubblica. La denuncia è della Confcommercio di Taranto che ha ripreso la protesta dei mitilicoltori tarantini che, secondo quanto emerge, «ad oggi hanno smaltito solo un 20 % della produzione locale di cozze».

Secondo Confcommercio, dunque, «quotidianamente, sulla piazza di Taranto, arrivano circa 1000 quintali di cozze greche, pronte per la immersione nelle acque del Mar Grande, bagno rigenerante necessario prima della “partenza” verso i banchi di vendita di pescherie e i mercati di Puglia, Campania e Calabria».

«Il mare di Taranto – prosegue Confcommercio – sta diventando il deposito della Grecia. Abbiamo visto le immagini amatoriali girate da un sub nelle acque delle zone di immersione in Mar Grande delle cozze greche: acque torbide, per la presenza oltre i limiti consentiti, di mitili immersi».

Secondo Luciano Carriero, presidente provinciale della categoria Mitilicoltura e Pesca di Confcommercio Taranto, «è in gioco la sicurezza alimentare dei consumatori. Non riusciamo a comprendere come una pratica abusiva così spinta possa andare avanti, quando abbiamo l’80% delle nostre cozze prodotte in Mar Piccolo, invenduto».

E’ in atto «un piano di spartizione del mercato della cozza – insiste – dal quale la produzione di Taranto resta tagliata fuori. Avanti di questo passo la cozza di Taranto del Mar Piccolo rischia l’estinzione. I mitilicoltori sono pronti ad azioni di sensibilizzazione dell’opinione pubblica. I banchi di vendita sono invasi da cozze greche fatte passare per tarantine».

«Un abuso – conclude Carriero – che mette in pericolo centinaia di posti di lavoro, e che toglie il pane alle nostre famiglie. Chiediamo un intervento decisivo delle autorità preposte».

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