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«UNA scena essenziale, costumi appena accennati, una fonica impeccabile; un grande telone con un tempio greco e in primo piano 18 piccoli grandi protagonisti». Questo lo scenario di una prova d’attore che ha per protagonisti giovani, giovanissimi studenti e un gran lavoro della squadra scolastica. È una magia di teatro accaduta a Bella, nell’istituto comprensivo.

«Mettere la narrazione orale,  la pura parola, al centro dell’attenzione, e farne una forma di rito, di emozione collettiva, di spettacolo». la racconta così Mario Coviello, dirigente scolastico del’istituto, che spiega quanto accaduto nella sala teatro della scuola con “L’Iliade rivisitata e scorretta”,  messa in scena dai ragazzi della prima B, guidati dalla professoressa di lettere Stefania Ciriello.

Dopo l’animazione natalizia nella quale i ragazzi avevano con ironia e capacità di osservazione, raccontato i piccoli, grandi difetti dei  “grandi”, al termine di un anno scolastico impegnativo e difficile hanno voluto raccontare l’Iliade a modo loro. «I giovani – racconta ancora il preside –  si sono avvicinati a quest’opera classica, scoprendone la modernità, la forte carica emotiva e la molteplicità dei significati. Attraverso immagini suggestive, musica evocativa, voce narrante e recitazione lo spettatore è stato trasportato al tempo degli eroi dell’antica Grecia.

Leggere l’Iliade, oggi e in pubblico, significa inevitabilmente riscriverla: adattarla per quel gesto particolare».

I ragazzi con la docente  hanno lavorato a un testo più corto, in prosa, in un italiano semplice e immediato; e hanno pensato a una dura storia di uomini in guerra, dove déi e creature mitiche sfumano sullo sfondo, ormai divenuti inutili. «Con l’arma dell’ironia si sono appropriati di quella storia dandole un sfondo attuale con Omero che assiste ad una nuova Iliade nella quale per la gara di bellezza si usa la frode e il chirurgo estetico, e il duello finale è un torneo di lettura nel quale Ettore, che non sa leggere, si fa suggerire le risposte dal figlio Astianatte».

La professoressa Ciriello ha detto che «rileggere l’Iliade ci è sembrata una scelta necessaria, anche per i ragazzi di una scuola media di oggi. L’Iliade è il primo poema della letteratura occidentale. Ed è un lungo poema che parla di guerra, la madre di tutte le guerre. Per questo lo abbiamo scelto, noi che oggi ci troviamo in un mondo sempre immerso nella guerra. Per capire forse, cos’è davvero una guerra. Per non restare disorientati di fronte alle violenze in Iraq, in Tibet, in Israele, in Africa».

L’Iliade parla infatti di una guerra antica, la guerra di Troia. È una storia scritta dai vincitori, i Greci, che insegna però che dove ci sono i vincitori ci sono anche i vinti, con le loro ragioni e i loro sentimenti. «L’Iliade ci insegna che qualunque sia la scusa per dichiarare una guerra, che sia Dio, il Vangelo, il Corano, un dittatore malvagio o magari il sorriso di una bella donna, come Elena, la verità è sempre un’altra: la guerra si fa per il potere e la ricchezza, che sia oro, petrolio o addirittura acqua, il bene più prezioso, che oggi tutti chiamano l’oro blu».

Dunque, perché ancora l’Iliade?  «Perché – conclude Coviello –  come diceva Calvino, un classico è un libro che non ha mai finito di dire quello che ha veramente da dire».

E il pubblico ha dimostrato con le risate al momento giusto e gli applausi che i ragazzi e i loro docenti hanno saputo cogliere  nel segno.

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