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CINZIA Grenci questo lavoro lo fa da tanti anni, ma ancora riesce a commuoversi quando parla delle persone che incontra, degli sguardi della gente comune.

Giornalista storica della Tgr Basilicata, Cinzia è un personaggio carismatico, che ha al suo attivo quasi trent’anni di esperienza nel campo: non solo come giornalista televisiva, ma anche come addetto stampa e collaboratore per l’ANSA.

L’ho incontrata un sabato mattina a casa sua. Abbiamo parlato di televisione, impegno pubblico, vita privata, interessi. Tutto nasce da una sana curiosità che avevo da tempo: come vive una giornalista? Come affronta le sue giornate, come vive la sua costante presenza pubblica, come riesce a gestire i tanti impegni e gli orari faticosi con una famiglia grande come la sua. Un’ora intensa in cui ho scoperto e conosciuto meglio il lato donna, oltre che quello di professionista, di uno dei volti più apprezzati dal pubblico locale. Vi presento Cinzia Grenci.

Giornalista, madre e moglie. Stili diversi, atteggiamenti diversi, abiti diversi. Come riesci ad unire tutto?

Cerco di essere flessibile, di non pretendere la perfezione, di fare bene senza aspirare all’ottimo. Altrimenti non riuscirei a fare nulla! Di conseguenza, anche il mio stile, il mio abbigliamento e’ in genere adattabile alle diverse esigenze della giornata. Con un occhio alla moda e uno al comfort

Il primo abito indossato nella prima diretta televisiva?

La prima volta che ho condotto il Tg indossavo una giacca piede de poule e sotto un dolcevita grigio.

Un capo da buttare una da tenere assolutamente

In genere butto solo ciò che veramente non è più utilizzabile. Diversamente, se una cosa proprio non mi piace più, la regalo. Magari a qualcun altro serve! Conservo ancora il mio abito da sposa, un gilet di paillettes colorate di Armani che indossavo quando ero decisamente più giovane ( e che non mi va più! Sigh!) e una camicia, sempre di Armani, in uno dei suoi tipici, indefinibili colori.

Cosa ci deve essere necessariamente nell’armadio di una giornalista televisiva.

Nell’armadio di una giornalista non devono mai mancare le giacche. Ne bastano poche, sobrie, in tinta unita. comode e chic.

Un abito, un oggetto, un ricordo. Qualcosa che conservi da anni e da cui non riesci a staccarti.

In genere non mi affeziono agli oggetti. Tendo a buttare ciò che è’ vecchio e non mi serve. Ma le foto e i disegni dei miei figli sulla mia scrivania non si toccano!

Esci alle cinque di mattina di casa. Arrivi negli studi della Rai e cosa succede?

Sicuramente niente di quello che tutti possono credere. Non abbiamo truccatrici, stylist o grandi guardaroba. Gestiamo tutto noi. Ci chiudiamo in una stanza per truccarci e aspettiamo di vestirci prima che inizi la diretta. Sempre con la paura di macchiarci o che succeda qualcosa ai nostri abiti.

Quindi quello che indossate è vostro. Non avete un guardaroba con abiti bellissimi e scarpe infinite?

Assolutamente, non possiamo accettare abiti o fare pubblicità. Tutti gli abiti che vedete durante le dirette sono nostri. Siamo noi che scegliamo cosa mettere. Questo comporta un guardaroba abbastanza vasto. Pensa andare in onda con lo stesso abito per due giorni consecutivi.

Dove compri i tuoi abiti? Preferisci i grandi negozi o le piccole boutique? I grandi marchi o le cose ricercate?

Mi piace mescolare gli stili. Qualche volta mi concedo il lusso di un capo firmato, ma generalmente amo le collezioni easy ( e molto più economiche!) di Zara o HM. E trovo cose deliziose nel negozio del mio amico Peppe. Qualità, gusto e fantasia senza spendere una fortuna.

Diciamolo, Potenza probabilmente non è la capitale della moda. Cosa consiglieresti ai commercianti della nostra città?

Ai negozi di Potenza consiglio di osare di più. Spesso trovi sempre e solo i colori “sicuri” : nero, beige, marrone. Ma ci sono anche quelli che cadono nell’eccesso opposto: tendenze e modelli un po’ estremi e magari non hanno una semplice camicia bianca!

E infine, un sogno nell’armadio?

Un sogno nell’armadio?….aprirlo e trovarlo vuoto, per ricominciare tutto daccapo….!

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