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CATANZARO – L’ondata di profughi non si placa. E la Calabria corre ai ripari. Con l’apertura di Centri di accoglienza temporanei, deputati ad ospitare i migranti in attesa di inserimento nel circuito Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Non fa eccezione Catanzaro. 

La città capoluogo di regione, infatti, sarà presto meta di oltre cento extracomunitari da “accogliere” in una struttura ubicata a Cavita, che sarà gestita dalla società cooperativa sociale lametina Mappamondo, che si è appena aggiudicata la gara indetta dalla Prefettura “per l’affidamento, nel territorio della provincia di Catanzaro, del servizio di accoglienza ed assistenza di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale dalla data presunta del 01.04.2015 fino alla data presunta del 31.12.2015”. 

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Un’aggiudicazione avvenuta sulla base di una graduatoria provvisoria stilata dall’Ufficio di Governo di Catanzaro, al termine delle procedure di gara, che hanno assegnato alla stessa ditta il primo posto anche per un Centro di accoglienza da aprire a Lamezia Terme. Nessuna offerta è, invece, arrivata per il comune di Soverato, che resta così fuori dal circuito di un’accoglienza, che, anno dopo anno, sembra trasformarsi in un vero e proprio business, sul quale diverse Procure hanno già puntato l’attenzione. 

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Nè l’apertura del Centro di accoglienza temporaneo a Cavita potrà passare sotto traccia, tenuto conto del contesto territoriale evidentemente impreparato a gestire flussi migratori di tale portata, con il serio rischio di alimentare i meccanismi di conflittualità sociale rispetto ad un equilibrio di convivenza già seriamente compromesso. Tutto, insomma, lascia prevedere un impatto sociale devastante, rispetto ad una vicenda che – c’è da giurarci – provocherà un moto di ribellione innanzitutto nel quartiere interessato al Centro di accoglienza, che, come l’esperienza insegna, di temporaneo avrebbe, peraltro, ben poco.

E, alla luce dell’allarme criminalità che sta già mettendo a dura prova l’intero territorio, la scelta di aprire questo tipo di struttura in città non potrà non essere destinata a lasciare dietro di sé una lunga scia di dubbi e interrogativi ai quali qualcuno dovrà pur dare risposte.

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