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di LEUCINO CAVUOTO *

Egregio direttore,
questa volta voglio unirmi insieme ai miei compagni e amici dell’amministrazione comunale di Cervicati, a tutti quanti hanno espresso sostegno alla sua eccelsa iniziativa “Tre nomi e una mimosa” di accendere un faro sul coraggio di Lea Garofalo, Giuseppina Pesce e Maria Concetta Cacciola, donne che ci fanno impallidire per la loro determinazione.
Spesso gli amministratori partecipano a manifestazioni per la legalità, lo si fa perché ci si crede, non ho dubbi, si esprime avversione contro la ’ndrangheta si inchioda sulla facciata principale dei municipi la targa “Qui la ’ndrangheta non entra”, però la cultura della trasparenza della partecipazione della concertazione ancora non è l’agire politico quotidiano.
Non so se il ricordo di chi in silenzio ha vissuto una quotidianità che non gli apparteneva e che alla fine è riuscita in solitudine a liberarsi possa essere da monito a chi sceglie di fare e stare in politica.
Ne abbiamo diritto abbiamo bisogno di un’etica in politica che ci aiuti a liberarci dal bisogno della “politica”.
Per questo come amministratori abbiamo deciso che intitoleremo una strada ad una delle tre donne libere calabresi, che si sono ribellate alla mafia e che lei ricorda nell’iniziativa.
*consigliere comunale del Comune di Cervicati

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