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PALMI (Reggio Calabria) – Saranno giudicati con rito immediato il prossimo 12 novembre davanti alla Corte d’assise di Palmi i genitori e il fratello della testimone di giustizia Maria Concetta Cacciola, suicidatasi nell’agosto dello scorso anno ingerendo acido muriatico. A disporlo è stato il gip del tribunale di Palmi.  

I tre, Michele Cacciola, di 54 anni, Anna Rosalba Lazzaro (48) e il figlio Giuseppe (31) sono accusati di maltrattamenti in famiglia e violenza o minaccia per costringere Maria Concetta a ritrattare le dichiarazioni rese all’autorità giudiziaria contro i familiari e così facendo a commettere i reati di falsa testimonianza e favoreggiamento. In particolare, secondo l’ accusa, genitori e fratello, con continue pressioni e la minaccia di non farle più vedere i figli, l’avevano costretta a registrare un’audiocassetta in cui ritrattava le precedenti accuse nei confronti dei familiari.  

Michele Cacciola, è cognato del boss Gregorio Bellocco, capo dell’omonima cosca di ‘ndrangheta di Rosarno. Il marito di Maria Concetta Cacciola è Salvatore Figliuzzi, attualmente detenuto per scontare una condanna ad otto anni di reclusione per associazione di tipo mafioso.   

Maria Concetta Cacciola, dopo avere iniziato a testimoniare, era stata trasferita in una località protetta, dove era rimasta fino al 10 agosto del 2010, quando decise di tornare a Rosarno per riabbracciare i figli rimasti a casa dei nonni in attesa del perfezionamento delle pratiche per il loro trasferimento nella sede protetta. A distanza di qualche giorno, il 20 agosto, la donna si tolse la vita.

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