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REGGIO CALABRIA – Falso in atto pubblico e abuso d’ufficio: notificato l’avviso di conclusione indagini al governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti. La Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha emesso a marzo, infatti, le notifiche nell’ambito dell’inchiesta sul cosiddetto “caso Fallara”, ovvero sulle somme erogate all’ex dirigente dell’Ufficio finanze del Comune di Reggio, Orsola Fallara, che nel dicembre del 2010 si tolse la vita, per la sua attività di componente della Commissione tributaria. L’avviso di conclusione indagini è stato notificato all’ex sindaco di Reggio, Giuseppe Scopelliti, attuale presidente della Regione, e ai tre componenti del Collegio dei revisori dei conti del Comune, Carmelo Stracuzzi, Domenico D’Amico e Ruggero Alessandro De Medici. Scopelliti è indagato per falso ideologico in atto pubblico ed abuso d’ufficio per le autoliquidazioni per circa 750 mila euro che avrebbe fatto Orsola Fallara per il suo incarico in Commissione tributaria. Sotto la lente della giustizia una relazione dei periti della Procura sulle casse del Comune. I consulenti hanno appurato, per i soli due anni oggetto delle indagini e per fatti costituenti presunti reati, un “buco” di 87 milioni di euro, che sarebbero parte dei 170 milioni di cui parlano gli ispettori del ministero dell’Economia per il disavanzo maturato dal 2006 al 2010. Dalla perizia della Procura sono venute a galla irregolarità contabili nei bilanci approvati dall’ente nel periodo 2008-2010. Proprio queste circostanze sono state inserite nelle contestazioni di cui il Governatore deve rispondere assieme ai tre revisori dei conti che hanno certificato i bilanci del Comune. Per i pm ci sono state irregolarità anche in merito ad alcuni pagamenti per i quali sarebbe stato utilizzato un capitolo di spesa diverso rispetto a quello previsto dal regolamento del Comune. Presunti illeciti che Scopelliti avrebbe commesso in concorso con Orsola Fallara. Il Governatore era stato interrogato il 20 dicembre scorso dai magistrati della Procura di Reggio fornendo la sua versione dei fatti. «Firmavo atti che non leggevo…siglavo faldoni di carte confidando nella responsabilità e professionalità dei funzionari» riferì Scopelliti ai magistrati, spiegando poi che non c’era alcun rapporto diretto con la manager. Il governatore, tra l’altro, raccontò riferendosi alla Fallara: «Quando gli chiesi conto delle accuse che gli venivano rivolte, mi disse che era tutto vero e che se ne vergognava. Io le risposi: ti dovevi vergognare prima». Il presidente ha adesso venti giorni di tempo per presentare memorie o chiedere ai magistrati di essere interrogato. Trascorso tale arco di tempo, la Procura della Repubblica dovrà decidere se chiedere il rinvio a giudizio del governatore. E intanto il 15 marzo prenderà il via il procedimento penali a carico dell’architetto Bruno Labate, coinvolto in un altro filone dell’inchiesta sul buco nei bilanci del comune. I tre componenti del collegio dei revisori dei conti, invece, si erano avvalsi della facoltà di non rispondere.

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