X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

REGGIO CALABRIA – A una settimana dall’ aggressione del giovane omosessuale di 28 anni picchiato con un pugno in strada ed umiliato da un infermiere in ospedale, venerdì sera a Reggio Calabria un sit-in di solidarietà ha segnato la reazione della città all’omofobia.   Numerose persone hanno partecipato all’iniziativa, a pochi metri dal punto in cui è avvenuta l’aggressione ai danni di Claudio.   Durante la manifestazione è intervenuto il giovane gay aggredito ed ha affermato che «questa iniziativa non deve servire per esprimere a me la solidarietà ma deve essere una occasione per la libertà di ognuno di noi. Ci sono ancora molte zone d’Italia dove ci sono situazione difficili e dove i gay sono costretti a nascondersi. Bisogna avere coraggio per poter vivere liberamente la propria vita».  

Claudio ha poi ringraziato tutte le persone presenti: «La reazione di oggi – ha detto – non me l’aspettavo. La città si è indignata tutta e ora non mi sento solo».

A Reggio Calabria è giunta anche la responsabile cultura e componente dell’Arcigay nazionale, Maura Chiulli, la quale ha rivolto un invito al mondo istituzionale perchè serve un «segnale forte verso il diritto all’eguaglianza. Il significato assoluto di questo sit-in è che la città non ha paura e intende reagire a queste aggressioni omofobe. Come arcigay ci costituiremo parte civile nel procedimento penale contro gli aggressori di Claudio».   Per il presidente dell’Arcigay “Due Mari” di Reggio Calabria, Andrea Misiani, l’iniziativa di questa sera «è un gesto che parte dall’aggressione per poi voler affrontare una discussione più ampia sull’omofobia che riguarda la formazione e l’informazione. Serve un cambio di cultura radicale affinchè la solidarietà espressa in questi giorni dalle istituzioni non resti solo una facile retorica». 

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE