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Il vaccino a una persona anziana

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SAN GIOVANNI IN FIORE (COSENZA) –  Le vaccinazioni a domicilio per i soggetti fragili procedono a rilento. La denuncia viene da Antonio Secreti, cittadino del comune silano che da circa due mesi combatte con il sistema sanitario locale per ottenere la somministrazione del booster per la madre ultranovantenne.

«Mia mamma non riesce a muoversi – spiega alla nostra redazione – è impossibile portarla in un hub vaccinale.  Ci siamo rivolti a più soggetti: ho chiamato il mio medico di base, mi sono recato presso l’Adi (Assistenza domiciliare integrata, ndr) del paese. Non c’è stato nulla da fare. Entrambi mi hanno detto di andare altrove, che non è una questione di loro competenza».

La signora Lucente, per la precisione 99 anni, ha ricevuto regolarmente le prime due dosi a domicilio senza troppe complicazioni. Ora sembra invece che la catena di inoculazioni per chi non può recarsi nel centro vaccinale si sia inceppata. E a quanto pare, almeno stando alle dichiarazioni del signor Secreti, quello di sua madre non sarebbe un caso isolato. «Molte altre persone si sono trovate nelle sue stesse condizioni, credo che sia un problema di carenza dell’organico interno all’Adi». 

Inutili sarebbero state le sue rimostranze con le autorità competenti. «Ho contattato più volte l’Asp di Cosenza – dice Secreti – ho chiamato ripetutamente, ma è sempre stato un rimpallo di responsabilità. Alla fine, ho anche inviato una email; niente da fare, nessuna risposta».

Dal sindaco Rosaria Succurro arriva secca la smentita di una presunta fase di stallo nelle vaccinazioni: «Non mi risulta nessuna emergenza per le somministrazioni delle terze dosi a domicilio, la campagna vaccinale procede a pieno ritmo». E a lei si accoda, di concerto, l’assessore alla Sanità Claudia Loria, che però si assume con la nostra redazione l’impegno a farsi carico del caso della signora Lucente. «Interverrò in prima persona sulla questione, perché noi siamo sempre dalla parte del cittadino – dichiara esplicitamente – fermo restando che la campagna vaccinale non ha subito rallentamenti, e comunque non è di competenza del Comune ma dell’Azienda sanitaria, stiamo fornendo alla stessa la massima collaborazione».

Intanto, alcune fonti interne all’Asp ci aiutano a fare chiarezza sulla situazione, avvalorando la tesi del signor Secreti. Quella, per intenderci, della carenza d’organico interna all’Adi, che difatti avrebbe a disposizione per le iniezioni del richiamo solo due medici.  Impegnati con turni massacranti presso la struttura, e quindi impossibilitati a muoversi per andare incontro alle esigenze dei soggetti più vulnerabili. I medici di base, dal canto loro, sembrerebbero essere poco cooperativi. Molti – ci dicono ancora dall’Asp – quelli che si sono tirati indietro per le somministrazioni domiciliari, determinando così i rallentamenti nella catena di montaggio delle vaccinazioni.  Ancora dal primo cittadino Succurro, su questo punto, arrivano però risposte rassicuranti: «I medici di base ci hanno garantito proprio due giorni fa la loro piena disponibilità». La linea d’azione dell’amministrazione comunale di San Giovanni in Fiore, afferma il  sindaco, è quella di mettere in comunicazione tutti gli attori istituzionali attivi sul territorio.  Per allontanare una volta per tutte dalla vita dei cittadini lo spettro minaccioso della pandemia.   

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