X
<
>

Condividi:
6 minuti per la lettura

«STANNO andando in fumo tutte le nostre speranze». Giovanni Matacchiera, del Comitato Recinto Nino Rota affida a queste parole lo stato d’animo dei residenti che dopo tre anni di battaglie, richieste, incontri, si trovano oggi punto e daccapo. 
Il sole “fuori stagione” di questi giorni consente di riflettere e di analizzare ciò che non è accaduto finora. 
«Dal 2010 – spiega – l’area camper è un pericolo costante. L’inverno è alle porte e i nostri vicini invalidi e i nostri bambini non possono ancora muoversi in sicurezza». 
La battaglia impari che gli abitanti di via Nino Rota hanno avviato con il territorio e in particolare con la zona che sovrasta le loro case, non è mai terminata, non ha conosciuto soste. 
«L’area – spiega ancora Matacchiera – non è fornita di un sistema di drenaggio né tanto meno di un muro di sostegno che possa controllare la continua discesa di fango e detriti che avviene durante tutto l’anno». 
I timori erano stati più volte illustrati all’amministrazione comunale nel corso di numerosi incontri dal giorno in cui, a marzo 2010, mentre nel metapontino acqua e fango distruggevano case e campagne, il terreno aveva cominciato a franare davanti ai loro occhi. 
«Ogni giorno in tv, sui giornali, su internet, leggiamo di catastrofi e vediamo scene inverosimili di disastri causati dal maltempo e dalle piogge insistenti. Vogliamo essere ricordati anche noi per uno scempio simile? Le continue promesse che ci sono state fatte in tutti questi anni sono state vane e la zona continua ad essere una minaccia per tutti». 
Ad oggi la vicenda non ha ancora avuta alcuna soluzione. 
Se ne è parlato, però, recentemente in occasione della visita pastorale del Vescovo. monsignor Ligorio, che ha incontrato i parrocchiani del rione Serra Rifusa. 
In quell’occasione ha partecipato anche il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, ma le risposte che i residenti del Recinto Nino Rota hanno ottenuto, li hanno preoccupati. 
«Il sindaco ha dichiarato – spiega ancora Matacchiera – ci sono problemi risolvibili e irrisolvibili, come il disastroso caso dell’area camper e delle zone limitrofe. Penso – aggiunge con amarezza – alle oltre 50 famiglie che hanno visto, così, andare in fumo tutte le loro speranze e, cosa ancor più grave, che ciò è avvenuto in una parrocchia per bocca del primo cittadino che dovrebbe trovare soluzioni ai problemi e non abbattere ogni possibilità di dialogo e rimedio di errori fatti da terzi (Comune, imprese o chi per loro). Ci auguriamo – riconosce poi Matacchiera – sia stato solo uno sfogo momentaneo e che si possano prendere scelte intelligenti e coscienziose, comprendendo le difficoltà che possono esistere, ma senza dimenticare che salvaguardare l’incolumità di una vitadeve rimanere lo scopo più importante di qualsiasi attività politica». 
Dal 2010 attendono che il rimpallo di competenze venga finalmente sciolto e che il ripristino dello stato dell’arte venga effettuato al più presto. 
Quelle abitazioni rappresentano l’obiettivo di una vita, il risultato di sacrifici che diventeranno patrimonio da lasciare ai propri figli, ma rischiano di trasformarsi in una perenne lotta per evitare che quelle  mura vengano messe in pericolo con la prima pioggia. 
«La zona – conclude Matacchiera – continua ad essere una minaccia per tutti, non solo per coloro che qui ci vivono, ma anche per chi passa per recarsi nelle limitrofe zone di aquarium e Giada, causando così un danno agli abitanti, ai loro ospiti e a tutte le attività commerciali che sono inevitabilmente penalizzate dalla presenza di un tale rischio». 
Antonella Ciervo
a.ciervo@luedi.it

«STANNO andando in fumo tutte le nostre speranze». Giovanni Matacchiera, del Comitato Recinto Nino Rota affida a queste parole lo stato d’animo dei residenti che dopo tre anni di battaglie, richieste, incontri, si trovano oggi punto e daccapo. Il sole “fuori stagione” di questi giorni consente di riflettere e di analizzare ciò che non è accaduto finora. «Dal 2010 – spiega – l’area camper è un pericolo costante. L’inverno è alle porte e i nostri vicini invalidi e i nostri bambini non possono ancora muoversi in sicurezza». 

La battaglia impari che gli abitanti di via Nino Rota hanno avviato con il territorio e in particolare con la zona che sovrasta le loro case, non è mai terminata, non ha conosciuto soste. «L’area – spiega ancora Matacchiera – non è fornita di un sistema di drenaggio né tanto meno di un muro di sostegno che possa controllare la continua discesa di fango e detriti che avviene durante tutto l’anno». I timori erano stati più volte illustrati all’amministrazione comunale nel corso di numerosi incontri dal giorno in cui, a marzo 2010, mentre nel metapontino acqua e fango distruggevano case e campagne, il terreno aveva cominciato a franare davanti ai loro occhi. 

«Ogni giorno in tv, sui giornali, su internet, leggiamo di catastrofi e vediamo scene inverosimili di disastri causati dal maltempo e dalle piogge insistenti. Vogliamo essere ricordati anche noi per uno scempio simile? Le continue promesse che ci sono state fatte in tutti questi anni sono state vane e la zona continua ad essere una minaccia per tutti». Ad oggi la vicenda non ha ancora avuta alcuna soluzione. Se ne è parlato, però, recentemente in occasione della visita pastorale del Vescovo. monsignor Ligorio, che ha incontrato i parrocchiani del rione Serra Rifusa. In quell’occasione ha partecipato anche il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, ma le risposte che i residenti del Recinto Nino Rota hanno ottenuto, li hanno preoccupati. 

«Il sindaco ha dichiarato – spiega ancora Matacchiera – ci sono problemi risolvibili e irrisolvibili, come il disastroso caso dell’area camper e delle zone limitrofe. Penso – aggiunge con amarezza – alle oltre 50 famiglie che hanno visto, così, andare in fumo tutte le loro speranze e, cosa ancor più grave, che ciò è avvenuto in una parrocchia per bocca del primo cittadino che dovrebbe trovare soluzioni ai problemi e non abbattere ogni possibilità di dialogo e rimedio di errori fatti da terzi (Comune, imprese o chi per loro). Ci auguriamo – riconosce poi Matacchiera – sia stato solo uno sfogo momentaneo e che si possano prendere scelte intelligenti e coscienziose, comprendendo le difficoltà che possono esistere, ma senza dimenticare che salvaguardare l’incolumità di una vitadeve rimanere lo scopo più importante di qualsiasi attività politica». 

Dal 2010 attendono che il rimpallo di competenze venga finalmente sciolto e che il ripristino dello stato dell’arte venga effettuato al più presto. Quelle abitazioni rappresentano l’obiettivo di una vita, il risultato di sacrifici che diventeranno patrimonio da lasciare ai propri figli, ma rischiano di trasformarsi in una perenne lotta per evitare che quelle  mura vengano messe in pericolo con la prima pioggia. «La zona – conclude Matacchiera – continua ad essere una minaccia per tutti, non solo per coloro che qui ci vivono, ma anche per chi passa per recarsi nelle limitrofe zone di aquarium e Giada, causando così un danno agli abitanti, ai loro ospiti e a tutte le attività commerciali che sono inevitabilmente penalizzate dalla presenza di un tale rischio». 

a.ciervo@luedi.it

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE