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Vibo Valentia, 25 nov. – Non ci sono giudici al Tribunale di Vibo Valentia ed uno dei processi più importanti e delicati in corso di celebrazione rischia la prescrizione. Stamane, infatti, il Tribunale monocratico vibonese, presieduto da un giudice non togato, è stato costretto a rinviare al 13 ottobre del 2014 il processo “Poison” che vede imputate 12 persone accusate di aver concorso, sia fra loro che singolarmente, a provocare un disastro ambientale gestendo abusivamente 127mila tonnellate di rifiuti tossici e pericolosi provenienti per la quasi totalità dalla centrale termoelettrica di Brindisi e finiti poi illegalmente dal maggio del 2000 a settembre 2007 nella discarica degli impianti della “Fornace tranquilla srl” a San Calogero, nel Vibonese. (AGI)
(AGI) – Vibo Valentia, 25 nov. – Nell’impossibilità di poter trattare un processo che necessariamente deve essere presieduto da un giudice togato, il Tribunale ha deciso un rinvio dell’udienza al prossimo anno col rischio concreto che tutto finisca in prescrizione. Il giro d’affari al centro del processo si aggirerebbe attorno 18 milioni di euro perchè tanto sarebbe costato il regolare smaltimento alle centrali Enel di Brindisi, Priolo Gargallo e Termini Imerese da cui provenivano i rifiuti smaltiti invece nel Vibonese.

VIBO VALENTIA – Non ci sono giudici al Tribunale di Vibo Valentia ed uno dei processi più importanti e delicati in corso di celebrazione rischia la prescrizione. Stamane, infatti, il Tribunale monocratico vibonese, presieduto da un giudice non togato, è stato costretto a rinviare al 13 ottobre del 2014 il processo “Poison” che vede imputate 12 persone accusate di aver concorso, sia fra loro che singolarmente, a provocare un disastro ambientale gestendo abusivamente 127mila tonnellate di rifiuti tossici e pericolosi provenienti per la quasi totalità dalla centrale termoelettrica di Brindisi e finiti poi illegalmente dal maggio del 2000 a settembre 2007 nella discarica degli impianti della “Fornace tranquilla srl” a San Calogero, nel Vibonese. 

 

Nell’impossibilità di poter trattare un processo che necessariamente deve essere presieduto da un giudice togato, il Tribunale ha deciso un rinvio dell’udienza al prossimo anno col rischio concreto che tutto finisca in prescrizione. Il giro d’affari al centro del processo si aggirerebbe attorno 18 milioni di euro perchè tanto sarebbe costato il regolare smaltimento alle centrali Enel di Brindisi, Priolo Gargallo e Termini Imerese da cui provenivano i rifiuti smaltiti invece nel Vibonese.

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