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COSENZA – «Se il centro non è in regola, io sono il primo abusivo: ho eseguito 270 trapianti». Il dottor Renzo Bonofiglio, responsabile del centro trapianti dell’Annunziata esordisce così dall’altro capo del telefono nel commentare l’interrogazione urgente presentata dal consigliere regionale del Pd, Carlo Guccione, al Governatore Giuseppe Scopelliti sulla vicenda delle autorizzazioni.
«Ho avuto uno scontro dialettico duro – ci dice – con Guccione durante l’assemblea dei medici di ieri mattina (di cui vi riferiamo in basso, ndr) perchè credo che la politica dovrebbe effettuare ben altre azioni a supporto della nostra sanità e non creare, come si è fatto, problemi enormi soprattutto alla comunità di pazienti che sono in attesa di ricevere il trapianto e i familiari di eventuali donatori»
Quindi non è vero che il centro non ha le autorizzazioni di legge?
«Noi siamo autorizzati dal lontano 1996. Deve inoltre considerare che è improprio parlare di centro trapianti perchè in Calabria esiste un solo centro che è ripartito su due poli, Cosenza e Reggio Calabria. Questo perchè la legge nazionale prevede la creazione di un centro ogni due milioni di abitanti. Le assicuro anche che c’è la massima collaborazione fra di noi. Sulla nostra testa, poi, opera il centro regionale che, a sua volta, è sotto il controllo del centro nazionale».
Una filiera istituzionale lunga, dunque…
«I chirurghi per avere l’autorizzazione ad effettuare i trapianti dovevano avere l’abilitazione da parte del ministero della Salute. Negli anni molti dei chirurghi che operavano all’Annunziata e che erano in possesso di questa autorizzazione sono andati in pensione. Nel frattempo gli aggiornamenti delle autorizzazioni sono passate dal Ministero alla Regione».
E qui si è creato il problema?
«Non proprio. Il 12 luglio scorso abbiamo ricevuto l’audit del Centro nazionale trapianti che ha redatto un report per noi molto lusinghiero, fra le altre cose vi è scritto che siamo i migliori dal punto di vista strutturale. Il problema ha riguardato l’aggiornamento delle equipes medica che è periodico. Noi abbiamo mandato tutta la documentazione necessaria alla Regione Calabira l’otto agosto e ancora non abbiamo avuto riscontro. Questo non vuol dire che non siamo abilitati ad effettuare trapianti: a Reggio opera Cozzupoli, abilitato dal 1995, a Cosenza Vaccarise che ha avuto l’autorizzazione a Bologna, dove operava con il dottor Nardo».
Ma perchè la Regione non dà riscontro?
«Questa è una domanda che sfiora la metafisica. Oggi (ieri, ndr) abbiamo chiamato al Dipartimento ma non si sa dove sia finita la richiesta, si è smarrita in qualche cassetto. Non si tiri fuori però la storiella che vogliono scipparci il centro trapianti per portarlo a Reggio Calabria. E’ ridicolo. Le ho già spiegato che siamo un unico centro suddiviso in due poli»
Insomma secondo lei questa autorizzazione è solo un cavillo burocratico?
«Operiamo in regime di prorogatio per le autorizzazioni, ma eseguiamo trapianti da molti anni. E’ inconcepibile che si crei panico solo perchè un chirurgo non ha voglia di operare tutta la notte per effettuare un trapianto e passa una velina ai politici». 

COSENZA – «Se il centro non è in regola, io sono il primo abusivo: ho eseguito 270 trapianti». Il dottor Renzo Bonofiglio, responsabile del centro trapianti dell’Annunziata esordisce così dall’altro capo del telefono nel commentare l’interrogazione urgente presentata dal consigliere regionale del Pd, Carlo Guccione, al Governatore Giuseppe Scopelliti sulla vicenda delle autorizzazioni (LEGGI L’ARTICOLO). «Ho avuto uno scontro dialettico duro – ci dice – con Guccione durante l’assemblea dei medici di ieri mattina (LEGGI) perchè credo che la politica dovrebbe effettuare ben altre azioni a supporto della nostra sanità e non creare, come si è fatto, problemi enormi soprattutto alla comunità di pazienti che sono in attesa di ricevere il trapianto e i familiari di eventuali donatori»

Quindi non è vero che il centro non ha le autorizzazioni di legge?

«Noi siamo autorizzati dal lontano 1996. Deve inoltre considerare che è improprio parlare di centro trapianti perchè in Calabria esiste un solo centro che è ripartito su due poli, Cosenza e Reggio Calabria. Questo perchè la legge nazionale prevede la creazione di un centro ogni due milioni di abitanti. Le assicuro anche che c’è la massima collaborazione fra di noi. Sulla nostra testa, poi, opera il centro regionale che, a sua volta, è sotto il controllo del centro nazionale».

Una filiera istituzionale lunga, dunque…

«I chirurghi per avere l’autorizzazione ad effettuare i trapianti dovevano avere l’abilitazione da parte del ministero della Salute. Negli anni molti dei chirurghi che operavano all’Annunziata e che erano in possesso di questa autorizzazione sono andati in pensione. Nel frattempo gli aggiornamenti delle autorizzazioni sono passate dal Ministero alla Regione».

E qui si è creato il problema?

«Non proprio. Il 12 luglio scorso abbiamo ricevuto l’audit del Centro nazionale trapianti che ha redatto un report per noi molto lusinghiero, fra le altre cose vi è scritto che siamo i migliori dal punto di vista strutturale. Il problema ha riguardato l’aggiornamento delle equipes medica che è periodico. Noi abbiamo mandato tutta la documentazione necessaria alla Regione Calabria l’otto agosto e ancora non abbiamo avuto riscontro. Questo non vuol dire che non siamo abilitati ad effettuare trapianti: a Reggio opera Cozzupoli, abilitato dal 1995, a Cosenza Vaccarise che ha avuto l’autorizzazione a Bologna, dove operava con il dottor Nardo».

Ma perchè la Regione non dà riscontro?

«Questa è una domanda che sfiora la metafisica. Oggi (ieri, ndr) abbiamo chiamato al Dipartimento ma non si sa dove sia finita la richiesta, si è smarrita in qualche cassetto. Non si tiri fuori però la storiella che vogliono scipparci il centro trapianti per portarlo a Reggio Calabria. E’ ridicolo. Le ho già spiegato che siamo un unico centro suddiviso in due poli»

Insomma secondo lei questa autorizzazione è solo un cavillo burocratico?

«Operiamo in regime di prorogatio per le autorizzazioni, ma eseguiamo trapianti da molti anni. E’ inconcepibile che si crei panico solo perchè un chirurgo non ha voglia di operare tutta la notte per effettuare un trapianto e passa una velina ai politici». 

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