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«SENZA un’adeguata accoglienza l’effetto di presenze così elevate come quelle del Presepe Vivente rischia di diventare un boomerang che si abbatte sulla città». Dino Ventrella direttore di Confcommercio rilancia le proprie critiche che già qualche giorno fa si erano levate nei confronti di quanto avvenuto in città nel periodo natalizio. Stavolta però lo fa, sollecitato dal “Quotidiano”, su alcuni aspetti ben specifici che riguardano l’andamento della città in quest’ultimo periodo.
«L’idea non può essere quella di afferrare il più possibile di ciò che succede, l’afflusso straordinario di persone deve essere adeguatamente guidato anche perchè il miglior veicolo di promozione della città rimane il passaparola e per utilizzarlo al meglio c’è bisogno che l’accoglienza funzioni al meglio, se questo non avviene la pubblicità che ne scaturisce è negativa e finisce inevitabilmente per ripercuotersi su tutti quanti. Indubbiamente in questi giorni molto è stato affidato al caso, all’improvvisazione ed alla scarsa professionalità e questo non ce lo possiamo permettere. Il mea culpa del sindaco, pur tardivo, è giustamente arrivato e ci auguriamo che nelle prossime occasioni si riesca a far meglio».
Ma Ventrella approfitta anche per rispondere ad una serie di critiche che sono arrivate ai commercianti sui prezzi di prodotti in questi giorni. Due i casi che hanno fatto maggiore scalpore cioè due cioccolate a 9 euro e il pane a tre euro. «Mi sembra che ci siano situazioni che sono facilmente spiegabili, per quanto riguarda la cioccolata.
Da molto tempo il prezzo da listino di cioccolata in tazza grande è di 4,50 euro e dunque 9 euro per due cioccolate.
Quello scontrino non si vede bene ma comunque non credo ci sia stato nessun aumento, è il prezzo applicato in tutti i locali e non da oggi.
Quanto al pane mi viene detto che è stato acquistato da un panificio e poi rivenduto lungo il percorso a 3 euro e dunque mi viene da chiedere se questo sia un legittimo esercizio dell’attività di commercio che tra l’altro rischia di danneggiare anche a livello d’immagine i commercianti.
Da parte mia posso aggiungere ed assicurare» continua Ventrella, «che la stragrande maggioranza dei commercianti non ha usato alcuna furbizia.
Eccezioni? Quelle non le posso escludere ma si tratta di singoli casi di furbi che se ci fossero è bene vengano denunciati e conosciuti.
Al momento non mi risulta ci siano». Ma il nodo più caldo della polemica di questi ultimi giorni corre sul filo dei “bisogni” negati ai cittadini.
La presenza-assenza di bagni pubblici rimane infatti il vero nodo da sciogliere e le parole del sindaco “non possiamo riempire la città di cessi” ha scatenato inevitabili reazioni. «Prendiamo atto che il sindaco non vuole far diventare questa città un vespasiano ma siamo altrettanto consapevoli che non esistano leggi che obbligano gli esercenti a garantire un servizio se non ai propri clienti. Finora questo è stato fatto per spirito di collaborazione ma appare comunque necessario che l’accoglienza programmi anche questo tipo di necessità.
Non possiamo obbligare i turisti che arrivano in città a trattenersi perchè non ci sono servizi adeguati alle necessità di una città che vuole veder aumentare il proprio numero di visitatori. E questa risposta non può toccare ai commercianti ma deve essere prevista, garantita e programmata da una pubblica amministrazione».
Di sicuro le ultime festività natalizie sono state in grado contemporaneamente di mostrare le grandi potenzialità che la città di Matera riesce comunque ad avere e che vanno inevitabilmente di pari passo con la necessità di una risposta e di un’organizzazione adeguata a questo tipo di offerta. Matera ha questa strada da percorrere per dare continuità alla propria crescita ed arrivare in condizioni egregie all’appuntamento con il 2019. L’anno in cui si dovrà toccare con mano la strada e la crescita che la città sarà riuscita a costruire.

p.quarto@luedi.it

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