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NYON (SVIZZERA) (ITALPRESS) – Un accordo con nove società, alla Disciplinare i tre club che non hanno ancora ufficialmente detto no alla Superlega. Questa la decisione della Uefa, comunicata da una nota di Nyon con le dichiarazioni del presidente Ceferin e i nomi dei nove che rientrano nella famiglia della Confederazione del calcio europeo, mentre Real Madrid, Barcellona e Juventus, ovvero i tre club che non hanno ancora abbandonato il progetto, non vengono mai citati, ma viene sottolineato che: “La Uefa si riserva tutti i diritti di intraprendere qualsiasi azione ritenga opportuna contro quei club che finora si sono rifiutati di rinunciare alla cosiddetta Superlega. La questione sarà prontamente deferita agli organi disciplinari competenti”.
Questa è la parte finale del comunicato, ma prima il governo di Nyon si dedica alle 9 società rientrate, ovvero ad Arsenal, Milan, Chelsea, Atletico Madrid, Inter, Liverpool, Manchester City, Manchester United e Tottenham. “In uno spirito di riconciliazione e per il bene del calcio europeo, nove dei 12 club coinvolti nel progetto della cosiddetta ‘Superlegà hanno presentato alla Uefa una dichiarazione di impegno che definisce la posizione dei club e il loro impegno per le competizioni Uefa”.
Una dichiarazione d’impegno esaminata dal Panel di Emergenza del Comitato Esecutivo che ha preso in considerazione “lo spirito e il contenuto della Dichiarazione di Impegno e ha deciso di approvare le azioni, le misure e l’impegno dei club, confermando le modalità di reintegro e partecipazione alle competizioni Uefa”. Il governo di Nyon e i nove club hanno firmato un documento che fa sì che “le misure di reintegro approvate” siano “complete e definitive”. “I nove club ammettono e accettano di considerare il progetto della Superlega un errore e chiedono scusa a tifosi, federazioni, leghe, club europei e alla Uefa. Riconoscono anche che il progetto non sarebbe stato autorizzato ai sensi degli Statuti e Regolamenti Uefa”. Non solo una dichiarazione d’impegno e l’ammissione dell’errore (tale lo considerano l’Uefa e le istituzioni calcistiche), i nove club hanno una serie di compiti elencati dal comunicato della Uefa. In particolare ogni società: “riconosce e accetta senza riserve la natura vincolante degli Statuti Uefa; rimarrà impegnato e parteciperà a tutte le competizioni Uefa per club in tutte le stagioni in cui la squadra centrerà la qualificazione per meriti sportivi”.
Inoltre ognuno dei 9 club “tornerà a far parte dell’Associazione Club Europei (ovvero l’Eca che era presieduta da Andrea Agnelli prima delle dimissioni dopo l’annuncio della nascita della Superlega, ndr) unico organo di rappresentanza dei club riconosciuto dalla Uefa; prenderà tutte le misure in proprio potere per porre fine al proprio coinvolgimento nella società creata per formare e gestire la Superlega e cessare qualsiasi azione legale esistente”. C’è anche un impegno finanziario, oltre a una sanzione, di non poco conto. La Uefa sottolinea che “come gesto di buona volontà, e insieme agli altri club”, ognuna delle 9 società “farà una donazione per un totale di 15 milioni di euro, da utilizzare a beneficio di bambini, giovani e calcio di base nelle comunità locali in tutta Europa, compreso il Regno Unito; ogni club sarà soggetto alla trattenuta del 5% dei ricavi che avrebbe ricevuto dalle competizioni Uefa per club per una stagione, che verranno ridistribuiti; accetterà l’imposizione di sanzioni consistenti nel caso in cui prenda parte a una tale competizione non autorizzata (100 milioni di euro) o violi qualsiasi altro impegno assunto nella Dichiarazione d’Impegno del Club (50 milioni di euro); fornirà impegni individuali alla Uefa sull’accettazione di tutti i principi e i valori stabiliti nel Memorandum d’Intesa 2019 tra la Uefa e l’Eca”.
“Nel prosieguo, i club sono pienamente impegnati nelle nuove riforme Horizon post-2024. Su richiesta dei club, la Uefa chiederà e sosterrà che le rispettive Associazioni Nazionali e Leghe Nazionali tengano in debita considerazione lo spirito, il contenuto e lo scopo degli impegni presi dai club con la UEFA”, conclude il comunicato Uefa per poi lasciare spazio al numero 1 della Confederazione del calcio europeo, Aleksander Ceferin: “Due settimane fa ho detto al Congresso Uefa che ci vuole un’organizzazione forte per ammettere di aver commesso un errore, specialmente in questi giorni di processi sui social media. Questi club hanno fatto proprio questo. Accettando i loro impegni e la volontà di riparare i disagi che hanno causato, la Uefa vuole lasciarsi alle spalle questo capitolo e andare avanti con uno spirito positivo. Le misure annunciate sono significative, ma nessuna delle sanzioni finanziarie sarà trattenuta dalla Uefa. Saranno tutte reinvestite nei giovani e nel calcio di base nelle comunità locali in tutta Europa, compreso il Regno Unito. Questi club hanno riconosciuto rapidamente i loro errori e hanno preso provvedimenti per dimostrare il loro pentimento e il loro impegno futuro nel calcio europeo. Lo stesso non si può dire per i club che rimangono coinvolti nella cosiddetta Superlega e la Uefa si occuperà di questi club in seguito”.
Real Maddrid, Barcellona e Juventus, dunque, sono avvisate, ma è chiaro che la battaglia andrà avanti a lungo e che le tre ribelli faranno i propri passi. Poco prima che venisse pubblicato il comunicato da parte della Uefa, il New York Times faceva sapere che le tre ribelli sono pronto ad aprire importanti azioni legali con i nove club che, dopo l’adesione, hanno abbandonato il progetto Superlega, spaventati dalle critiche (se non dalle rivolte come è avvenuto in Inghilterra) dei tifosi e delle istituzioni, politiche e calcistiche. Una battaglia che durerà a lungo, ma la Uefa sembra pronta a forti sanzioni, magari anche all’esclusione dalle proprie competizioni, per i tre club ancora dentro al progetto targato Florentino Perez-Agnelli: “La Uefa – chiude il comunicato Nyon – si è riservata tutti i diritti di intraprendere qualsiasi azione che ritenga appropriata contro quei club che hanno finora rifiutato di rinunciare alla cosiddetta Superlega. La questione sarà prontamente deferita ai competenti organi disciplinari”.
(ITALPRESS).

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