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POTENZA – Non avrebbe mai dissimulato il titolo di avvocato, ma soltanto dimenticato di rinnovare l’iscrizione all’Albo dei praticanti abiliti.

E’ quanto sostiene Pasquale Lanza, 40enne di Francavilla, che la scorsa settimana è stato denunciato dalla Guardia di finanza alla procura della Repubblica di Lagonegro, per esercizio abusivo della professione.

In una nota alle principali testate giornalistiche locali, Lanza fa una serie di precisazioni in cui spiega il suo punto di vista.
«Non corrisponde al vero – afferma – quanto pubblicato in ordine alla circostanza che lo scrivente avesse ricevuto regolare comunicazione di cancellazione dal locale ordine avvocati presso cui è stato iscritto ed abilitato».

Poi aggiunge che «in tutta questa vicenda, allo stato attuale, non è stato interessato da alcun provvedimento e/o atto di indagine; non ha mai avuto un’assistita del materano; non corrisponde al vero che l’avvocato Vincenzo Riccio – a cui rivolgo pubblicamente le mie scuse in quanto ignorava la mia posizione – andava in udienza senza mandato nelle udienze civili e penali».

Riccio, che è un noto professionista di Lauria, risulta coinvolto nella vicenda perché secondo gli investigatori avrebbe sostituito Lanza in udienza, dove non poteva comparire proprio in quanto “non-avvocato”.

«La verità – prosegue il 40enne di Francavilla – è che ho trascurato di rinnovare – perché ignoravo di farlo qualora vi fosse un obbligo – il periodo di abilitazione forense alla scadenza naturale stabilita dalla legge. Esprimo quindi, sincero dispiacere per il coinvolgimento dell’avvocato Vincenzo Riccio nella vicenda, certo che la sua serietà personale e l’indiscussa professionalità prevarranno contro coloro i quali hanno tentato di minarla».

Le indagini sul suo caso erano partite nel 2011 dopo la segnalazione all’ordine degli avvocati di Lagonegro di una sua presunta cliente.

Stando a quanto ricostruito dagli investigatori, Lanza (soltanto omonimo del più noto titolare dello studio legale di Francavilla in Sinni) non sarebbe stato un “finto avvocato” qualunque, ma un ex praticante regolarmente abilitato, poi cancellato dall’Albo con provvedimento definitivo dell’Ordine di Lagonegro a luglio del 2010 per non essere riuscito a superare l’esame da avvocato.
All’epoca la “via spagnola” (passare un esamino di diritto iberico per raggiungere il titolo di “abogado” e poi chiedere l’iscrizione in Italia all’albo degli avvocati “stabiliti”) non era ancora molto conosciuta.

Anche perché l’ultimo decreto legislativo in materia di libera prestazione di servizi tra professionisti all’interno dei paesi Ue è soltanto di marzo del 2010.

Fatto sta che, nonostante il provvedimento di cancellazione dall’Ordine, avrebbe continuato ad esercitare la professione.
«In particolare – spiega la Guardia di Finanza – è stato appurato che il medesimo, in possesso del titolo di laurea in giurisprudenza, trattando direttamente con i clienti e traendoli in inganno circa la propria qualità di avvocato, predisponeva le strategie difensive e riscuoteva i relativi compensi per le prestazioni erogate, utilizzando bigliettini da visita, carta intestata e parcelle riportanti tale titolo professionale, mentre alle udienze civili e penali si presentava, in qualità di legale di fiducia, altro difensore regolarmente iscritto all’albo degli avvocati di Lagonegro».

l.amato@luedi.it

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