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di PARIDE LEPORACE
SE anche un comunista di lungo corso come Giacomo Nardiello dichiara imbarazzi referendari a causa di Acquedotto lucano significa che sta sorgendo un problema. Ma se problema è, si tratta di una questione malposta. Siamo nella settimana decisiva per tirare la volata al quorum, bisogna superare i 25 milioni di votanti con la speranza di cambiare la politica in Italia secondo i nuovi entusiasmi che arrivano da Napoli e Milano.
In Basilicata sui quattro referendum (acqua e nucleare in particolare) la carretta la sta tirando molto un vasto arcipelago di associazione, persone, comitati, circoli di partito che hanno una motivazione forte al raggiungimento del quorum per rilanciare dappertutto una nuova partecipazione dei soggetti. Si segnala anche un forte attivismo di mondo cattolico con coinvolgimento di sacerdoti, parrocchie, Acli, la forte e radicata realtà di Libera Basilicata che alacremente lavora su un obiettivo comune e di senso comune.
Molto impegnati anche Idv, Sel e Cgil e il redivivo Pd che dopo i ballottaggi ha compreso dove guarda molta parte del suo popolo.
La partitocrazia regionale sta rischiando di confondere le acque con la critica feroce o la difesa silente della gestione Mitidieri di Acquedotto lucano per conto del protettorato De Filippo-Luongo-Pittella.
Un disagio esiste senza dubbio. Ed è bene discernere. L’intervento di Vincenzo Santochirico alla direzione regionale del Pd evidentemente era ineludibile: una buona provocazione venuta da uno degli esponenti regionali più impegnati sul fronte referendario con un attivismo da campagna elettorale per il Consiglio regionale.
Basta visitare la nuova versione del sito personale (complimenti per impatto e visione politica) dell’ex presidente di Acquedotto lucano per vedere che il tema è sentito e propagandato ai sostenitori.
Il resto lascia dubbi sui tatticismi e le guerre di palazzo per ottenere poltrone e sgabelli. Si guarda bene dal chiarire la vicenda il presidente Egidio Mitidieri (in foto), celebre statua di sale del potere lucano e autentica eminenza grigia del partito-Regione. Nessuna dichiarazione di voto, nessuna indicazione sulle prospettive gestionali in caso di abrogazione o conferma delle leggi in vigore.
E’ lo stesso rumoroso silenzio del senatore Bubbico, una vera autorità della materia, sorta di ministro ombra del Pd nazionale, considerato che è di sua firma un emendamento che in Parlamento ha evitato la privatizzazione dell’acqua e grande protagonista da governatore dell’autonomia idrica lucana ai tempi dello scontro con il pugliese Raffaele Fitto.
Il suo carisma da generale nella lotta di Scanzano e sul fronte idrico non è espresso nel migliore dei modi. Ci sembra uno spreco da parte di chi può orientare molta opinione pubblica lucana fredda alla partecipazione.
La questione ovviamente non turba i referendari che con allegra passione politica difendono una migliore qualità della vita e una diversa partecipazione. Siamo impegnati con loro in questo corpo a corpo elettorale durissimo e molto politico.

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