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POTENZA – «Chiediamo coerenza e trasparenza e nessun colpo di coda finale». Così, in una nota, la Cgil, rispetto alla struttura organizzativa di Acquedotto lucano.
Lo scorso 14 gennaio, a seguito dell’incontro tra organizzazioni sindacali, Rsu e azienda «si era stabilito ancora una volta un percorso condiviso, che prevedeva il completamento di quanto previsto dall’accordo del 16 dicembre del 2010 in materia di struttura organizzativa aziendale». Successivamente «si sarebbe avviato un confronto per approfondire e valutare le eventuali modifiche da apportare all’attuale struttura organizzativa esistente e all’individuazione chiara delle carenze di personale in organico e delle professionalità mancanti» tenendo conto del reintegro dei circa «40 addetti al servizio idrico integrato (fontanieri) anche rispetto alle fuoriuscite per pensionamento» in quanto necessarie a garantire il rapido intervento per il ripristino dei guasti sulla rete idrica o in situazioni di pericolo per la pubblica incolumità. Per quanto riguarda invece «i criteri di trasparenza e imparzialità da adottare per la copertura delle posizioni, fu affermato il criterio di attingere prioritariamente tra le risorse interne».
Oggi nuovamente il grido allarmato dei lavoratori e dei loro rappresentanti sindacali «che sostengono ancora una volta che Acquedotto lucano sta sfuggendo a ogni confronto e sta procedendo unilateralmente ad effettuare dei passaggi di livello in modo discrezionale» nonostante l’impegno assunto dal presidente Gentile, «ad essere garante di un percorso condiviso con i sindacati» che, invece, avrebbe «deciso di affidare l’individuazione di tali figure, ai dirigenti che dovranno assumersi la responsabilità di attribuire ruoli e funzioni al personale».

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